ROMA - "La richiesta dello stato di emergenza da parte di vari governatori, dopo la spaventosa serie di incendi che ha colpito gran parte del Paese, non può che estendersi agli animali selvatici: governo e regioni emanino subito i provvedimenti di posticipo dell'apertura della caccia, per dare sollievo alla fauna duramente provata". Lo dichiara la Lipu-BirdLife Italia in un comunicato.
"Ad essere colpiti sono stati habitat naturali come boschi e arbusteti - scrive la Lipu -. Ciò significa una serie di conseguenze negative per numerose specie di uccelli e altre specie animali come rettili e piccoli mammiferi. Ai danni da incendi va poi ad aggiungersi la prolungata siccità".
La legge 157/92 sulla tutela della fauna per Lipu dà "a Stato e regioni gli strumenti normativi per intervenire in casi simili. Tra questi, il comma 1 dell'articolo 19, che consente alle regioni di 'vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia per sopravvenute particolari condizioni ambientali', e il comma 1bis dell'articolo 1, che permette allo Stato di adottare le misure necessarie per tutelare le popolazioni di uccelli".
"Appare francamente impensabile - scrive Lipu - che dai primissimi giorni di settembre, in un 'clima infuocato' in tutti i sensi come quello che l'Italia sta vivendo, il territorio naturale e la fauna possano essere assoggettati nel giro di poco più di un mese alla pressione di 800mila cacciatori. Per questo attendiamo che il Presidente Gentiloni si attivi per un provvedimento d'urgenza di posticipo almeno al 15 ottobre della stagione venatoria. Ci attendiamo che facciano altrettanto i governatori almeno di Calabria, Campania, Sicilia, Sardegna, Lazio, Liguria".