ROMA - Due giorni di appostamenti sotto la fitta pioggia delle montagne del Sulcis. Gli agenti del Corpo forestale Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna e cinque volontari della Lipu, muniti di nomina ad ausiliari di polizia giudiziaria, colgono in flagrante due giovani bracconieri intenti a raccogliere il frutto del loro "lavoro": recuperare piccoli uccelli migratori come pettirossi, tordi o merli, uccisi da trappole e reti illegali che poco prima avevano innescato.
Scatta la denuncia per maltrattamento sugli animali: si tratta di giovani rampolli appartenenti a storiche famiglie locali dedite all'uccellagione. Nelle perquisizioni domiciliari sequestrate centinaia di trappole e reti illegali, pronte per essere innescate e uccidere.
E' la notizia di punta dell'ultimo campo antibracconaggio organizzato in febbraio in Sardegna dalla Lipu nelle regioni del Sulcis e del Sarrabus. Nel complesso, sono state sequestrate o rimosse 3mila tra trappole, reti e cavetti per ungulati, metà delle quali direttamente sui sentieri dell'uccellagione e l'altra metà nelle abitazioni dei bracconieri.