ROMA - Si è conclusa con sei patteggiamenti, tre affidamenti in prova e la confisca di tutti gli animali, l'udienza preliminare presso il Tribunale di Urbino a carico di nove persone accusate a vario titolo di organizzazione di combattimenti tra dogo argentini e cinghiali, uccisione e maltrattamento di animali. Lo rende noto in un comunicato la Lega anti vivisezione (Lav), che si era costituita parte civile.
Allevatori e possessori di dogo argentino residenti in diverse province, all'interno di un'azienda agricola in provincia di Pesaro Urbino, secondo l'accusa facevano combattere cani e cinghiali. Gli investigatori hanno accertato l'uccisione di almeno un ungulato.
Il Giudice, su richiesta delle parti, ha applicato la pena concordata per sei imputati con condanne da 8 mesi a un anno di reclusione con multe da 34.000 euro a 50.000 euro (per tutti pena sospesa). Per altri tre imputati, i difensori hanno richiesto la sospensione del procedimento per istanza di ammissione di messa in prova.
Le indagini sono state condotte dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Pesaro Urbino, coordinato dalla Procura della Repubblica di Urbino.
"I combattimenti tra animali rappresentano un vero allarme sociale - commenta Ciro Troiano, criminologo, responsabile dell'Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV -. 133 cani sequestrati, 29 persone denunciate: questi gli ultimi dati disponibili relativi al 2016. Il numero dei cani sequestrati ha avuto un'impennata: si registra un aumento del +189% dei cani sottoposti a sequestro e del +38% delle persone denunciate rispetto al 2015. Riteniamo che le condanne emesse non siano adeguate alla pericolosità del fenomeno".