Per il Wwf Italia "sul caso del canide di Porto Ercole c'è ancora troppa confusione". Le soluzioni "in teoria sono chiare: se si tratta di un cane vagante, deve essere gestito dal Comune", se invece si tratta di un lupo, "come pare dai video che circolano sul web in questi giorni, non si può improvvisare, ma bisogna definire a livello scientifico quali siano i criteri per classificare un lupo come confidente o problematico, come già stabilito per altri grandi carnivori come l'orso". Quindi, il Wwf chiede al ministero dell'Ambiente che "si definisca una volta per tutte cosa è un ibrido e quale strategia di azione nazionale si vuole adottare, sulla base delle migliori conoscenze scientifiche disponibili, che continuano a sommarsi ma che vengono troppo spesso ignorate da chi prende le decisioni".
Per il Wwf "è incredibile che in Italia questa definizione ancora manchi e che venga valutata caso per caso: episodi come quello dell'Argentario non sono la norma, ma nemmeno eccezionali, dato che casi simili accadono in molte zone di Italia". Il Wwf chiede "con forza" al Ministero dell'Ambiente di "approvare al più presto un protocollo standardizzato per la definizione e gestione non cruenta degli eventuali casi problematici, condiviso con tutti gli scienziati e i portatori di interesse, come già proposto da più parti".
Il Wwf rileva che "gli ibridi eventualmente catturati non potrebbero essere destinati a canili o ad adozioni, ma solo a centri specializzati" e ricorda di aver già dato la propria "disponibilità ad ospitare alcuni esemplari di ibridi nell'oasi di Penne, facendo fronte ai costi di mantenimento. Tuttavia "l'unica soluzione sostenibile a lungo termine per gli ibridi, oltre a risolvere l'annosa piaga del randagismo, è la loro sterilizzazione seguita dalla reintroduzione in natura, come già fatto più volte nell'ambito del progetto LIFE Mirco".