ROMA - La diffusione incontrollata di animali e piante in aree geografiche diverse da quelle di origine è una delle principali cause di estinzione o di declino significativo di alcune specie di uccelli in tutto il mondo. Negli ultimi 500 anni le specie aliene invasive (IAS) sono state parzialmente o interamente responsabili dell'estinzione di almeno 112 specie di uccelli, più del 70% di quelli a noi noti che si sono estinti.
L'allarme, lanciato dal rapporto sullo stato di salute degli uccelli da Birdlife International, riguarda principalmente gli uccelli tipici delle isole, secondo il quale le specie aliene invasive minacciano il 75% degli uccelli delle isole oceaniche, il 27% delle specie native delle isole continentali e il 13% di quelli originari delle masse continentali. La fauna delle isole si è sviluppata e si è evoluta a contatto con un numero limitato di predatori e concorrenti e non è quindi in grado di resistere o competere con le conseguenze della sua esposizione alle attività umane e agli organismi che queste portano con sé.
Sono numerose le specie aliene invasive in grado di minacciare gli uccelli. Si calcolano almeno 1.500 specie ormai stabili al di fuori delle loro aree geografiche naturali d'origine, a causa di attività umane. Per gli uccelli la minaccia principale è rappresentata dai predatori alloctoni che colpiscono i nidi, mangiando uova e pulcini. Ratti e gatti nel tempo hanno causato danni gravissimi.
In tutto il mondo sono attivi programmi per contrastare la diffusione delle specie aliene invasive attraverso azioni di biosicurezza, eradicazioni e controllo, grazie ai quali, negli ultimi due decenni sono stati compiuti molti passi avanti. Il rapporto di Birdlife International riferisce di interventi realizzati con successo in 30 isole del Pacifico dove sono state eradicate alcune specie di vertebrati invasivi, mentre azioni di controllo sono in corso in tutta la Nuova Caledonia, alle isole Fiji, isole Cook, Polinesia francese.