Il riscaldamento globale non provoca solo desertificazione e alluvioni. L'aumento delle temperature fa anche strage di insetti, distruggendo il loro habitat. E se gli insetti spariscono, non c'è più nessuno che impollina le piante, e non c'è più niente da mangiare per gli animali che se ne nutrono. Così il territorio si impoverisce ancor di più, e la catena alimentare salta alla sua base. Un ampio studio dell'Università britannica dell'East Anglia ha studiato gli effetti di vari livelli del cambiamento climatico su 115.000 specie vegetali e animali.
I più colpiti in ogni caso sono gli insetti. Mammiferi e uccelli possono migrare per cercare climi più freschi. Api, mosche, formiche e coleotteri molto meno. Se non si facesse nulla contro il cambio climatico, alla fine di questo secolo gli insetti perderebbero il 43% del loro habitat. I ricercatori hanno preso in considerazione tre scenari: un innalzamento della temperatura di 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali (l'obiettivo più ottimistico dell'Accordo di Parigi), un innalzamento di 2 gradi (l'obiettivo minimo dell'Accordo di Parigi) e uno di 3,2 gradi (il livello cui si arriverà nel 2100 se non si prenderanno provvedimenti).
In caso di riscaldamento a +3,2 gradi, il 49% delle specie di insetti perderebbe più di metà del suo habitat, non potendo sopravvivere a quelle temperature. Contenendo il riscaldamento a 2 gradi, a perdere più della metà del suo habitat sarebbe il 18% delle specie. Con un aumento di 1,5 gradi, la percentuale scenderebbe al 6%. "Se sei un insetto tipico, probabilmente perderesti il 43% del tuo habitat con +3,2 gradi - ha commentato sul quotidiano britannico Guardian la ricercatrice Rachel Warren, che ha guidato lo studio -. Abbiamo scoperto anche che i tre principali gruppi di insetti responsabili per l'impollinazione sono particolarmente sensibili al riscaldamento".
Proprio ieri si è tenuto per la prima volta il World Bee Day, la Giornata Mondiale delle Api, indetta dall'Onu per ricordare l'importanza di questi insetti per l'umanità. Si stima che il 76% del cibo che mangiamo è il frutto del loro lavoro di impollinazione. Il 27 aprile scorso la Ue ha messo al bando tre insetticidi neonicotinoidi ritenuti tossici per le api e gli insetti impollinatori in genere.