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'Luce' la cagnolina incinta uccisa diventa simbolo per norme più severe

Appello al Parlamento della deputata Brambilla, presidente della Leidaa

Redazione ANSA ROMA

La storia di "Luce", una cagnetta incinta vittima di una "persona malata e socialmente pericolosa" che l'ha "incaprettata" e lasciata morire, è "il caso di crudeltà verso gli animali" che ha spinto la deputata Michela Vittoria Brambilla (FI) a denunciare pubblicamente questo atto "brutale" per ribadire la "necessità di calendarizzare e portare rapidamente in Aula" alla Camera la sua proposta di legge per "inasprire le pene contro chi infierisce contro gli animali". Un appello quindi al parlamento a votare il provvedimento.
   
Arrivata a Montecitorio con un cesto contenente i nove cuccioli sopravvissuti (due sono morti), Brambilla - che è presidente del Movimento animalista e della Lega italiana per la difesa degli animali e dell'ambiente (Leidaa) - ha raccontato il maltrattamento e l'uccisione nei giorni scorsi di questa "madre coraggio non umana" e il ritrovamento dei piccoli a Marano Marchesato (Cosenza) affidati ai volontari dell'associazione. La madre, con le quattro zampe legate, era stata "semisepolta sotto un mucchio di foglie e rami secchi e abbandonata sul ciglio di una stradina di campagna" dove sarebbe entrata in coma e poi morta non prima, però, di dare alla luce gli undici cuccioli.  I nove sopravvissuti, assistiti da un veterinario anche nel viaggio oggi da Cosenza a Roma, in due tappe per mangiare, fanno da testimonial per questo nuovo appello al rafforzamento della tutela penale degli animali.



"Chiedo all'Italia intera di indignarsi e di schierarsi al mio fianco nella battaglia per cambiare le cose, qui in Parlamento" ha detto Brambilla mentre allattava uno dei cuccioli con un biberon. Nell'assicurare che i nove cagnolini saranno ospitati in una clinica a Roma e che aggiornerà sulla loro crescita, l'ex ministro ha detto che "se saranno individuati i responsabili, o il responsabile, di questo orribile gesto, perseguibile d'ufficio e già denunciato, e se si arriverà al processo, la Leidaa chiederà di costituirsi parte civile". Brambilla ha quindi detto di non essere "più disposta a sopportare altri cinque anni di legislatura senza vedere in Aula la proposta di legge" che - tra l'altro - aumenta fino a cinque e sei anni le pene per il maltrattamento e l'uccisione di animali "in questo Paese di impuniti dove non va mai in galera nessuno".

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