"Fermare la Cina, abolire il festival di Yulin, vietare il consumo di cane e gatto, e sensibilizzare l'opinione pubblica". Questi i motivi che hanno portato 'Animalisti italiani' a manifestare davanti all'Ambasciata della Repubblica popolare cinese, stamattina a Roma proprio nel giorno in cui inizia quella che gli attivisti definiscono una "strage mascherata da festa".
Secondo i dati dell'ufficio di Pechino della World animal protection - viene osservato - "ogni anno in Cina vengono ancora macellati 25 milioni di cani". E a Yulin, dove si celebra un festival per il solstizio d'estate, "vengono macellati e poi mangiati circa 10 mila tra cani e gatti, una strage: secondo una credenza popolare la carne di cane sarebbe fonte di salute, fortuna e vigore sessuale; mentre sono noti - in base a dati di istituzioni e strutture sanitarie locali - le malattie provocate dall'ingestione di carne di cani di provenienza sconosciuta".
Oltre duecento persone hanno così assistito alla rappresentazione, messa in scena dai manifestanti, di quello che avviene a Yulin: "cani e gatti bolliti vivi dopo esser stati catturati per strada o sottratti ai loro padroni". Gli attivisti di Animalisti italiani raccontano di essersi trovati "i cancelli serrati" da parte dell'Ambasciata e del "rifiuto dell'Ambasciatore cinese Li Ruyu" di incontrare una loro delegazione con la richiesta di fermare il festival di Yulin.
"Siamo qui per gridare il nostro sdegno e fermare la mattanza - dichiara il vicepresidente di Animalisti italiani, Riccardo Manca - purtroppo l'Ambasciatore ha deciso di ignorare le nostre proteste e ci ha negato persino la possibilità di un incontro".
Nei giorni scorsi anche il cantante Tiziano Ferro ha condiviso, con un video-appello sui canali social, la richiesta di Animalisti italiani invitando a partecipare alla manifestazione.