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Moria di pinguini su un'isola dell'oceano Indiano

In 30 anni è sparito il 90% per cause ignote, ne restano 200mila

Redazione ANSA
Era la più grande colonia di pinguini reali al mondo, con due milioni di esemplari che affollavano una piccola isola dell'oceano Indiano meridionale. Ma nell'arco di tre decenni è successo qualcosa che ha falcidiato la popolazione, lasciando solo 200mila superstiti. Un crollo del 90% che gli studiosi non stentano a definire "un mistero".

A lanciare l'allarme sono i ricercatori del Centro di studi biologici di Chizé, in Francia. In un articolo pubblicato sulla rivista Antarctic Science, gli esperti accendono i riflettori sull'Ile aux Cochons ("l'isola dei maiali") nell'arcipelago subantartico delle Isole Crozet, parte dei Territori francesi meridionali.

Isolato e inaccessibile, questo puntino nell'emisfero australe è stato raggiunto per l'ultima volta da scienziati nel 1982. Le immagini satellitari, insieme ad alcune foto scattate da un elicottero, sono l'unico strumento con cui conoscere la situazione attuale dell'area, che ha sorpreso i biologi.

Dove prima c'erano i pinguini, ora si vede una vegetazione che si riappropria della terra. Per gli esperti del Centro, parte del Cnrs francese e dell'università della Rochelle, il declino è iniziato alla fine degli anni Novanta e ha coinciso con un evento molto intenso del Nino, il fenomeno periodico che riscalda le acque oceaniche.

I pesci di cui si nutrono i pinguini - è un'ipotesi - potrebbero essersi spostati a Sud verso l'Antartide in cerca di acque più fresche, riducendo la disponibilità di cibo. Un'altra causa potrebbe essere il sovraffollamento dell'isola, che ha acuito la competizione tra esemplari. Si ipotizza infine una malattia, ad esempio il colera aviare che attualmente sta colpendo i pinguini sulla non distante isola Marion.

Ma in attesa della spedizione che partirà a breve, al momento nessuna ipotesi - concludo gli studiosi - sembra offrire una spiegazione soddisfacente per un crollo di tale portata.

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