Non solo ghiaccioli, frutta fresca, bagni di fango e tuffi nell’acqua delle vasche per gli animali del Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona), impegnati in questi giorni ad affrontare il caldo estivo. Le iene maculate - che solitamente dormicchiano all’ombra nelle ore più afose - ieri pomeriggio non si sono lasciate sfuggire l’utilità della girandola d’acqua che tutti i giorni annaffia il loro reparto. Per una buona mezzora, spiati dall’occhio della telecamera di sorveglianza, i 3 giovani maschi si sono cimentati in giochi e acrobazie di gruppo sotto il getto d’acqua che proveniva dall’alto, con la difficoltà di doverlo seguire prima che scomparisse e ricomparisse nella sua traiettoria circolare. Una “doccia” inaspettata, che ha lasciato allo staff anche lo spazio per le consuete osservazioni comportamentali.
“Generalmente apriamo le girandole quando gli animali sono già rientrati nei propri reparti interni, al termine della giornata”, spiega Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva. “Ma ieri abbiamo pensato di farlo in loro presenza, nel caso potessero essere d’aiuto per affrontare la calura: solo una girandola per reparto, cosìcchè potessero scegliere cosa fare, pronti a chiuderla nel caso avessimo osservato dei disagi. E così le iene, ma anche i leoni, non solo non hanno evitato il getto d’acqua, ma lo hanno cercato. I tre fratelli di iena in particolare sembrano essersi divertiti moltissimo e hanno mostrato tutta la socialità di cui questa specie è capace. Dare agli animali la possibilità di scegliere ci fa capire di cosa hanno bisogno, di cosa sono capaci e quali emozioni provino”.
La iena maculata è inserita nella Lista Rossa della ong Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) e oggi vive in popolazioni riproduttive in diversi stati dell’Africa Sub-sahariana. La più grande si trova nell’ecosistema del Serengeti e nel Kruger National Park: la maggior parte delle popolazioni che si trovano nelle aree protette del Sudafrica sono considerate stabili, mentre molte di quelle in Africa orientale e occidentale risultano in declino, in seguito a trappolamento e avvelenamento.