L'Agenzia centrale delle Entrate indiane ha sventato il contrabbando di otto tonnellate di pinne di squalo che stavano per essere esportate all'estero, in Cina e Hong Kong e ha arrestato quattro persone, tra Mumbai e la città costiera di Veravat, in Gujarat. Lo scrive il quotidiano The Hindu. Le pinne essicate o surgelate sono vendute al chilogrammo a prezzi stellari: il bottino sequestrato dagli agenti indiani valeva oltre cinque milioni di euro. Le pinne sono ricercatissime in Cina e in Vietnam, dove vengono utilizzate come ingrediente per una zuppa di pesce ritenuta prelibata, un vero status symbol, preparata per occasioni speciali, che può costare fino a 100 dollari a porzione.
Per procurarsi le pinne, i pescatori usano il metodo chiamato finning: raccolgono grandi quantità di squali che poi buttano, spesso ancora vivi, ma oramai incapaci di sopravvivere, una volta privati delle pinne. Questa strage, denunciata dalle associazioni ambientaliste mette in pericolo la sopravvivenza della specie. Il Ministero delle Finanze indiane vieta dal 2015 l'esportazione delle pinne di squalo, dopo l'adesione del paese, l'anno prima, alla Convenzione sul commercio internazionale per la protezione delle specie in pericolo.