Sono più di 45 i paesi che hanno rinnovato oggi il loro impegno a sradicare nel mondo entro il 2030 la Peste dei piccoli ruminanti (PPR). Si tratta di una malattia altamente contagiosa e devastante responsabile della morte di milioni di pecore e capre ogni anno, che nel giugno 2018 ha raggiunto l'Unione Europea, con il primo caso riscontrato in Bulgaria. La decisione di riaffermare questo impegno politico internazionale arriva dalla conferenza globale sul tema organizzato dalla Fao e dall'Organizzazione mondiale per la salute degli animali (OIE) presso la Commissione Bruxelles. I paesi hanno anche esortato a contribuire per colmare il gap di finanziamento di 340 milioni di dollari necessari per il Programma di eradicazione globale del virus 2017-2021.
La PPR, come è stato sottolineato nel corso dei lavori, minaccia direttamente i mezzi di sostentamento delle popolazioni più povere con perdite significative nelle economie locali e causa più di 2,1 miliardi di dollari in perdite economiche all'anno. Secondo il direttore generale della Fao, Graziano da Silva, "le risorse finanziarie per sradicare la PPR non sono una spesa ma un investimento importante che porterà a futuri guadagni economici e sociali. I piccoli ruminanti, infatti, sono la risorsa principale di circa 300 milioni di famiglie nei paesi in via di sviluppo e se non affrontiamo la diffusione della malattia aumenteranno povertà, fame e anche altre forme di malnutrizione".
Sin dalla sua prima identificazione in Costa d'Avorio nel 1942, la malattia si è diffusa in oltre 70 paesi in Africa, nel Vicino e Medio Oriente e in Asia e ha raggiunto nuove aree negli ultimi anni. Mentre la malattia è altamente letale per i piccoli ruminanti, uccide fino al 90% degli animali infetti, è facilmente prevenibile con vaccini economici che possono essere somministrati a basso costo. (ANSA).