Il 2018 è stato il secondo anno più caldo mai registrato in Artico, l'ultimo di un quinquennio da record, tormentato da continue ondate di calore che hanno provocato stravolgimenti climatici anche alle medie latitudini, causando gelate primaverili in Europa (come il Burian dello scorso marzo) e tempeste invernali nella parte orientale degli Stati Uniti. A questi effetti si sommano poi le alterazioni dell'ecosistema artico, con una drastica riduzione delle renne, il dilagare delle alghe tossiche e le alterate correnti oceaniche, che trasportano sempre più microplastiche. A tracciare questo bollettino è l'Arctic Report Card 2018, stilato dall'ente americano per le ricerche sull'atmosfera e gli oceani (Noaa).
"Il continuo riscaldamento dell'atmosfera e dell'oceano in Artico sta determinando un grande cambiamento nell'ambiente": lo fa "in modo prevedibile, ma per certi versi, anche inatteso", scrivono gli esperti. "Nuove minacce stanno emergendo rapidamente evidenziando il livello di incertezza nelle dimensioni del cambiamento ambientale che ci attende".