Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Australia non è la patria serpenti più letali

Cade un mito,ricerca dimostra che rischio morsi e morte è minimo

Redazione ANSA SYDNEY

SYDNEY - Contrariamente alle paure di molti turisti, l'idea che l'Australia sia la patria dei serpenti più letali del mondo, secondo gli esperti, è solo un mito. Il rischio di essere morsi e di morire è infatti molto più alto in Asia, Africa e Sud America. L'erpetologo Ruchira Somaweera dell'ente nazionale di ricerca Csiro, scrive sul sito dell'organizzazione che il mito è nato alcuni decenni fa ed è partito da uno studio sui livelli relativamente alti di tossicità misurati in specie australiane come il serpente bruno e il serpente tigre.

Lo studio tuttavia non includeva alcuni dei serpenti ben conosciuti e altamente pericolosi di altri paesi, e soprattutto aveva scarsa rilevanza per l'impatto sugli esseri umani. "Se si guarda al numero di persone che effettivamente muoiono in Australia ogni anno da morsi di serpenti, i tassi sono minimi rispetto ad altre parti del mondo", scrive Somaweera. "Fattori come la qualità degli antiveleni e dei nostri servizi paramedici e la conoscenza generale del pronto soccorso, sono di alto livello in Australia e questo contribuisce al numero minimo di morti umane", aggiunge.

Per presentare un quadro più realistico, gli scienziati dovrebbero sviluppare un concetto più rilevante di serpenti pericolosi in Australia, che sia basato sulla minaccia effettiva alle vite umane, sostiene lo studioso. Specie come il serpente bruno e il serpente tigre sono in cima alla lista perché sono relativamente comuni in aree urbane e possono essere aggressivi se affrontati.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA