ROMA - Le sue grandi vertebre emergevano dalla sabbia, sulla battigia di Ansedonia, quando ad accorgersi del gigantesco scheletro è stato un abituale frequentatore del litorale toscano, che ha subito contattato la vicina Oasi Wwf della Laguna di Orbetello. Sarebbe il nono cetaceo trovato morto negli ultimi tre mesi. Lo rende noto il Wwf.
Quest'ultimo scheletro è stato trovato alle porte del santuario dei cetacei Pelagos, ossia il mare fra Toscana, Liguria, Costa Azzurra e Corsica. A giudicare dalle dimensioni della colonna vertebrale, la lunghezza stimata è tra i 15 e i 17 metri. Anche se non si vede la parte craniale della colonna, sembra essere una balenottera comune o un capodoglio.
La carcassa dell'animale, precisa l'associazione ambientalista, è in stato di avanzata decomposizione. Fino a ieri erano stati contati otto capodogli spiaggiati, l'ultimo sul litorale di Ostia domenica scorsa.
"Questi animali sono minacciati dalla plastica (un enorme problema per i nostri mari), dalle malattie e dall'eccessivo traffico marittimo, anche in quella che dovrebbe essere la loro 'casa sicura', il Santuario Pelagos" osserva il Wwf.
Il Wwf Oasi della Maremma ha immediatamente attivato il protocollo previsto per questi casi, avvisando l'Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) e l'Università di Siena per i campionamenti sulla carcassa, per determinare in primis la specie e poi la causa di morte.
"Questa stagione comincia nel modo peggiore per i giganti dei nostri mari, per i quali non sembra esserci più un luogo sicuro - dice la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi -. Tre dei nove cetacei spiaggiati sono stati rinvenuti nell'area del Santuario dei mammiferi marini Pelagos. Un Santuario che sembra non avere pace, visto che è recentissima anche la notizia di un peschereccio incagliato nella riserva integrale dell'Isola di Montecristo, che dovrebbe essere un luogo inaccessibile, visto che si tratta di una delle isole più selvagge e protette del Parco Nazionale Arcipelago Toscano".
È necessario, aggiunge, "che il santuario Pelagos smetta di essere una riserva solo per i trattati, e diventi un modello da seguire per la tutela reale dei nostri giganti del mare".