Al Parco nazionale del Circeo "non è prevista e mai sarà prevista una 'mattanza' di daini e nessun cacciatore o sele-controllore sparerà mai dentro l’area protetta". Lo assicura il Parco in relazione alla notizia di 350 daini che, secondo quanto riferisce l'Ente nazionale protezione animali, "verranno presto uccisi in base al 'Piano di gestione del daino' approvato dal parco nazionale del Circeo che prevede la riduzione della popolazione del 30%".
La questione del "Programmato sterminio dei daini", spiega il giornalista Piero Vigorelli che è stato sinadco di Ponza dal 2012 al 2017 e consigliere del direttivo del Parco del Circeo (2014-2017 con nomina dell'ex ministro Gian Luca Galletti) , era stata sollevata un paio di giorni prima - l'8 gennaio - da un post sul proprio profilo Facebook dal titolo "Parte lo sterminio dei daini nel Parco del Circeo. L'operazione costa 170.000 euro. Una vergogna assoluta". Dopo la spiegazione del Parco, il 10 gennaio, Vigorelli ha replicato con ulteriori precisazioni confutando le dichiarazioni dell'Ente.
L'Enpa (Ente nazionale protezione animali), da parte sua, afferma tuttavia che “soluzioni alternative e non cruente sono ancora possibili”.
IL PARCO HA SPIEGATO. La situazione creatasi nel tempo nella foresta del Circeo (Riserva della Biosfera tutelata dall’Unesco) "con il sovrannumero di daini e i dannosi effetti collaterali su flora, fauna, sicurezza e altro, ha imposto una definitiva e chiara assunzione di responsabilità dell’Ente Parco per affrontare la problematica dell'espansione della popolazione di daini all'interno della Foresta Demaniale" spiega l'Ente. Il Parco quindi, "seguendo le indicazioni di un autorevole istituto scientifico come l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) riportate nelle 'Linee guida della gestione degli Ungulati – Cervidi e Bovidi' - ha fatto redigere un apposito Piano di gestione di controllo" che ha avuto il parere positivo del ministero dell’Ambiente". Parere favorevole è stato espresso anche dalla Regione Lazio.
La popolazione di daino attualmente presente, spiega il Parco, "è destinata ad un aumento numerico e ad un’espansione dell’areale, con conseguenze distruttive e irreparabili" sia sulla vegetazione, su parte della popolazione animale, sia sugli aspetti di carattere socio-economico e sulla sicurezza. Per questi motivi, "anche da noi, si è reso necessario programmare azioni di contenimento della popolazione intervenendo attraverso un prelievo pari ad almeno il 30% della sua consistenza, considerata la capacità di crescita della stessa". Con la determina n.226 del 30/12/2019, l'Ente Parco ha dato quindi il via alla fase attuativa del piano gestionale, impegnando la somma totale di 195mila euro (170mila sul capitolo “interventi di miglioramento, tutela, recupero e bonifica ambientale + 25mila sul capitolo “realizzazioni aree faunistiche per contenimento daino e cinghiale”), bilancio approvato dal Ministero dell’Ambiente: "un costo elevato - osserva il Parco - ma, in linea con la complessità degli interventi previsti e necessario per sanare le conseguenze di passati e scorretti interventi di gestione da parte dell’uomo".
IL POST DI VIGORELLI. Su Facebook ha pubblicato alcuni “brani scelti” delle 109 pagine del “Piano Gestionale di controllo del daino nella foresta demaniale del Parco del Circeo”, che il Consiglio Direttivo del Parco ha approvato il 23 gennaio 2017 (tre voti favorevoli e un solo contrario, - il mio, che allora ero Sindaco di Ponza). La “fase attuativa” del Piano è poi scattata con la determinazione n. 226 del 30 dicembre 2019 a firma del direttore del Parco, Paolo Cassola, che prevede uno stanziamento complessivo di 195.000 euro (170mila per attuare il Piano Gestionale e 25mila per realizzare aree di contenimento della fauna). In particolare, Vigorelli cita il capitoletto 2.6.1 sulla “Modalità di rimozione della popolazione”, il 2.6.3 “Spari da punti fissi di appostamento”, il 2.6.4 sulla “Individuazione e formazione del personale coinvolto”.
Vigorelli, facendo un calcolo di quanti daini dovranno essere eliminati, ricorda che la Foresta è di 3007 ettari, secondo il Piano Gestionale la popolazione del daino è di oltre 1.200 capi, con una densità media di 42 capi per 100 ettari. E considerando che "l'eradicazione avverrà con prelievi continuativi maggiori o uguali al 35% della popolazione animale”, si arriva in conclusione "da 42 capi per ettaro a 3 o 6 capi… Cioè un qualcosina come 36-38 daini eliminati per ettaro", rileva Vigorelli. La cattura avverrà "tramite corral”, cioè "recinzioni a imbuto - si legge nel post - il daino vi entra ma non può uscirne, che assomigliano alla tecnica della mattanza dei tonni, con la cosiddetta 'camera della morte'”, scrive Vigorelli aggiungendo che “l’abbattimento dovrà materializzarsi in un tiro effettuato con arma a canna rigata di calibro non inferiore a 6,5 mm. munita di un cannocchiale di mira (3 – 12 ingrandimenti)”. E all’uopo, prosegue il post, "il Fuciliere dovrà essere appollaiato su altane, che saranno costruite dal Parco, così come i corral, con parte dei 170.000 euro stanziati". E “nel caso l’animale ferito sia agonizzante e visibile – precisa il Piano Gestionale – l’operatore può essere autorizzato (…) ad avvicinarsi all’animale ed effettuare un ulteriore tiro”, precisa ancora Vigorelli. Il Parco del Circeo, - che afferma che “nessuno sparerà” -, arriva addirittura a prevedere un “premio di produttività” per incoraggiare lo sterminio, aggiunge il giornalista. Per le carcasse dei daini l'alternativa è macellazione o allevamento, - spiega con fare serioso il Piano Gestionale, si legge nel post di Vigorelli chiarendo che il Parco subito si affretta a precisare che “la prima opzione è certamente preferibile”, perché - prosegue il post "l’opzione allevamento produrrebbe ricadute negative financo “culturali” (pensate un po’!)".
L'Enpa afferma tuttavia che “soluzioni alternative e non cruente sono ancora possibili” e per questo invita il presidente del Parco a vagliare altre possibilità dopo aver promnosso un censimento della popolazione dei daini. "Ricordiamo che il ricorso all’uccisione di animali per il contenimento delle popolazioni viene messa in atto dai parchi italiani e più in generale in tutta Italia da oltre vent’anni senza aver mai portato nessun risultato. E’ ora di prendere atto di questo fallimento – afferma l’Enpa - e, in sinergia con i Ministeri interessati, iniziare a percorrere strade innovative ed efficaci. Una di queste è rappresentata dal progetto di ricerca che prevede la sperimentazione del farmaco immunocontraccettivo Gonacon, che interviene sul controllo delle nascite, favorendo un calo numerico. Questa tecnica, utilizzata all'estero, ha dato ottimi risultati”. Il parco nazionale del Circeo rappresenta un bene prezioso per la biodiversità e un importante punto di riferimento per i cittadini e oggi si trova sotto accatto di bracconieri e speculatori. Anche per questo è diventato ancora più importante iniziare a cambiare rotta subito, e imboccare la strada dell’innovazione, applicando tutte le misure efficaci e non cruente già a disposizione dei parchi italiani.
“Il Parco Nazionale del Circeo sospenda subito la parte del suo piano che prevede l’uccisione di centinaia di daini e convochi tutti coloro che possono proporre soluzioni alternative al massacro di animali selvatici colpevoli solo di essere stati trasferiti a forza negli anni ‘50 in quelle zone per essere riprodotti nell’interesse dei cacciatori!”. Con queste parole la Lav chiede al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, al direttore del Parco, Paolo Cassola e al Presidente dell’Ente, Antonio Ricciardi, di "bloccare i fucili e la vendita delle carni, per lasciare spazio in un tavolo di confronto a soluzioni alternative incruente che rispettino la vita dei daini, trasformando così una delle più storiche e importanti aree protette italiane in un luogo dove le esigenze di conservazione degli habitat vadano di pari passo con il rispetto della vita degli animali selvatici, attivando - fra le altre - azioni di sterilizzazione e trasferimento di parte degli animali in zone non problematiche".
"Non è infatti accettabile - secondo la Lav - peraltro anche in nome di incidenti stradali inferiori alla media nazionale, far ricadere sui daini le responsabilità di una dissennata gestione operata dagli uomini per gli esclusivi interessi del mondo venatorio. Gli animali infatti non sono originari del territorio del Parco, ma vi sono stati introdotti dal Corpo Forestale nel 1953 con l’intento di farli riprodurre come in un allevamento, per poi traslocarli in altri territori anche a fini venatori. Poi il progetto è sfuggito al controllo, abbandonato, e gli animali sono usciti dai recinti di confinamento trovando nelle zone di protezione una zona estremamente ospitale con risorse a disposizione e senza alcun predatore competitore, condizioni che hanno favorito la loro riproduzione". “Uccidere ora quegli animali innocenti rappresenta quindi un ingiustificabile atto di inaudita violenza e una contraddizione in termini per un’area di protezione - prosegue la Lav - alle quali si può e si deve trovare un’alternativa”. Il Ministro Costa "dia un segnale di effettivo cambiamento anche in questo settore così importante”.