Drammatici appelli dei malati o di chi ha già perso i propri cari per il Covid-19 e non sa come recuperare o dove collocare l'animale o gli animali di famiglia che sono arrivati fra sabato e domenica, i primi giorni di attività, al servizio "Leidaa per emergenza Covid-19" istituito dalla Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente.
Lo rende noto l'associazione presieduta dalla deputata Michela Vittoria Brambilla precisando che nei due giorni sono stati 268 i casi trattati e di essere "a disposizione del Paese e di tutti coloro che convivono con un animale d'affezione e oggi si trovano in quarantena, in isolamento domiciliare o ricoverati", invitando a chiamare la sede centrale al numero 02.94351244 oppure a consultare il sito www.leidaa.info.
I casi definiti "più sconvolgenti" riguardano "gli animali di persone uccise dal virus o costrette in un letto di ospedale. Il figlio di una donna morta per Coronavirus, temendo il contagio, ha chiesto aiuto per recuperare il cane della madre, abbandonato in casa - spiega Leidaa - Tra i casi in via di soluzione quello di una signora di Monza, trovata positiva al Covid-19, in angoscia per la salute del marito già in ospedale e preoccupata per la sorte dei sette cani e dei quattro gatti di famiglia se dovesse essere ricoverata anche lei. A Ferrara, Forlì e Cesena persone costrette in quarantena, cercano disperatamente volontari che possano portar fuori i loro cani. Gran parte dei chiamanti con questo problema sono anziani soli che si preparano al peggio".
"Non abbandonate gli animali - ripete l'ex ministro Brambilla - non sono contagiosi, non possono infettarvi. Se siete in quarantena o in ospedale e non riuscite a gestirli , chiamateci". 68 casiCirca la metà delle telefonate, prevalentemente dalla Lombardia, "chiedono informazioni sugli spostamenti, sia quelli delle staffette che quelli per recuperare o accudire animali rimasti in luoghi diversi da quello di residenza. I dubbi sulla liceità degli spostamenti sono aumentati - prosegue Leidaa - con l'entrata in vigore del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri che vieta di uscire dai confini comunali. Se si tratta, per esempio, di sfamare colonie feline o cani in stalli a pochi chilometri da casa, ma in un altro Comune, il suggerimento è di invocare l''assoluta urgenza' con un'autocertificazione precisa. Sono vietate, invece, le 'staffette' di cani adottati, in quanto spostamenti 'rinviabili'.(ANSA).