L'Ente Nazionale Protezione Animali si rivolge al Ministro della Salute Roberto Speranza per chiedere la sospensione immediata della caccia, già vietata nelle zone rosse, anche nelle zone arancioni e gialle.
"In un momento così complesso per il Paese - scrive la ong - in cui a tutti viene chiesto senso di responsabilità e sacrificio in nome della tutela della salute pubblica, riteniamo che questo tipo di attività, che tra l'altro non rientra nello "stato di necessità", non debba essere consentita".
Inoltre, aggiunge Enpa, "tutta l'attività venatoria aumenta i rischi di contagio e diffusione anche a causa dell'età avanzata dei cacciatori che poi entrano in contatto con parenti, familiari e amici. In particolare, le braccate al cinghiale, che coinvolgono decine di cacciatori che entrano in stretto contatto anche per la macellazione dei capi abbattuti e nelle fasi successive. Il tutto avviene praticamente senza controlli sanitari".
"Non si comprende quindi come questa pratica - del tutto ludica - possa ancora essere ancora autorizzata - conclude la ong ambientalista -, in un periodo in cui tutti siamo sottoposti a restrizioni, caratterizzato da elevati indici di contagio.
Inoltre, le statistiche sono chiare: gli incidenti di caccia sono sempre molto numerosi e le strutture sanitarie sono già al collasso. E' ora di far prevalere gli interessi di tutti i cittadini e non quelli di una piccola minoranza privilegiata, autorizzata a uscire come se nulla fosse".