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"Inasprire le pene per i datteri di mare"

L'Abbate: "I processi si risolvono con pene di soli 2.000 euro"

Redazione ANSA ROMA

"L'Italia ha vietato la pesca del dattero sin dal 1998 mentre, dal 2006, il divieto è stato esteso a tutta l'Unione europea. Ora, però, è giunto il momento, non più rinviabile, di inasprire le pene per chi devasta l'habitat marino. Lo dichiara il deputato Giuseppe L'Abbate, componente del MoVimento 5 Stelle della commissione Agricoltura della Camera.

"I procedimenti penali, purtroppo, tendono a definirsi per motivi sociali verso l'ammenda più bassa, pari ad appena 2.000 euro - ha proseguito L'Abbate - mentre le misure accessorie previste dalla norma non trovano pienamente applicazione, dato che le attività vengono svolte con piccoli battelli pneumatici da diporto di scarso valore e da persone non iscritte nei registri dei pescatori professionali".

"Presenterò - ha concluso L'Abbate - un emendamento al Decreto-legge sui reati alimentari, per aumentare il potere deterrente della norma e dare manforte al lavoro, egregio, delle Capitanerie di Porto, che con controlli serrati hanno fatto sì che il fenomeno diminuisse nell'ultimo triennio".

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