I paesi del mondo si ritrovano lunedì 23 maggio a Nairobi per parlare di ambiente. L'occasione è la seconda Assemblea dell'Onu sull'Ambiente (UNEA2), organizzata dall'agenzia delle Nazioni Unite in materia, l'UNEP. Nella capitale del Kenya dal 23 al 27 maggio si incontrano 2.300 delegati da 170 paesi, per parlare di sviluppo sostenibile, cambiamento climatico, rifiuti in mare e traffico di animali.
In vista dell'Assemblea, la UNEP ha preparato sei rapporti riguardanti le grandi aree geografiche del mondo: Europa, Nord America, Asia e Pacifico, Asia occidentale, America Latina e Caraibi, Africa. I sei rapporti regionali serviranno a redigere il Rapporto globale sull'Ambiente (Global Environmental Outlook, GEO-6), che sarà diffuso prima del 2018. Gli studi sono consultabili sul sito dell'UNEP, tranne quello sull'Europa, che sarà presentato il prossimo 8 giugno a Batumi in Georgia, alla Conferenza dei ministri dell'Ambiente europei.
AMERICA LATINA E CARAIBI. Nell'area sono aumentate fortemente le emissioni di gas serra. L'espansione di agricoltura e di allevamento ha fatto salire nell'atmosfera i tassi di protossido di azoto, anidride carbonica e metano. La maggior parte delle grandi città ha livelli di polveri sottili superiori ai limiti fissati dall'OMS. Il cambiamento climatico scioglie i ghiacciai andini e i disastri naturali si moltiplicano.
ASIA E PACIFICO. La crescita economica dell'area ha portato a inquinamento atmosferico, scarsità d'acqua, produzione incontrollata di rifiuti. Il numero di piogge oltre la media è aumentato del 56% fra il 1981 e il 2000. Ogni anno si distruggono oltre un milione di ettari di foresta. Il 30% della popolazione beve acqua contaminata da feci umane, che fa 1,8 milioni di morti all'anno e 24,8 milioni di invalidi. Il consumo di risorse aumenta con la crescita della classe media, prevista da 1,8 miliardi nel 2009 a 4,9 miliardi nel 2030.
ASIA OCCIDENTALE. Qui la desertificazione avanza, provocando scarsità d'acqua e di cibo. Le continue guerre provocano milioni di profughi, che sovraccaricano i sistemi di raccolta rifiuti e creano rischio di epidemie. I metalli pesanti dei proiettili e le radiazioni dai missili sono ulteriori fonti di inquinamento.
Anche la qualità dell'aria peggiora.
AFRICA. L'inquinamento atmosferico fa 600.000 vittime ogni anno in Africa. Solo il 68% della popolazione ha accesso ad acqua portabile. Metà della popolazione dell'Africa subsahariana non ha assistenza sanitaria. L'inquinamento dei fiumi si ripercuote anche sui mari. Il territorio è martoriato dalla deforestazione, per l'agricoltura e l'industria del legno.
NORD AMERICA. Nel ricco Nordamerica la situazione ambientale è migliorata. L'aria è sempre più pulita, l'acqua potabile è ottima, aree protette difendono la biodiversità. Ma 140 milioni di persone sono ancora esposte a forte inquinamento atmosferico.
Il cambiamento climatico colpisce duro: basti ricordare la siccità in Texas e i danni dell'uragano Sandy. Gli sforzi per la riduzione dei gas serra però stanno dando risultati. Il fotovoltaico è cresciuto e serve ora 4,6 milioni di famiglie.
ARTICO. Il riscaldamento dell'Artico è aumentato, l'estensione dei ghiacci estivi si è ridotta, come pure quella dei ghiacciai sulla terraferma.
RACCOMANDAZIONI. La lista delle raccomandazioni dell'UNEP ai governi è lunga. Proteggere gli ecosistemi, ridurre l'inquinamento e lo sfruttamento delle risorse naturali, ridurre la dipendenza da combustibili fossili, investire nella ricerca per lo sviluppo sostenibile, per l'urbanizzazione e i trasporti, aumentare la cooperazione fra gli stati e lo scambio di dati.