- ROMA, 17 GIU - Le foreste canadesi saranno un "rifugio" contro il riscaldamento globale: uno studio guidato dall'Università di Harvard, pubblicato su Science, afferma che le foreste boreali alle latitudini più settentrionali un giorno saranno una sorta di oasi di salvezza per l'abete nero, una delle conifere di vitale importanza per la taiga. L'abete nero non solo è fra le maggiori fonti di carta al mondo, ma è anche dimora di diverse specie animali e sito di nidificazione per uccelli migratori.
Lo studio è stato realizzato su 26 mila alberi della provincia canadese del Quebec, in un'area delle dimensioni della Spagna. I ricercatori ricordano che le foreste boreali sono un tassello chiave del puzzle climatico globale: rappresentano il 30% delle foreste del pianeta e immagazzinano almeno il 20% del carbonio. Tuttavia sono minacciate da uno dei maggiori aumenti della temperatura del globo cui la regione andrà incontro nel giro di un secolo.
"Dal momento che un clima più caldo aumenterà la quantità di acqua necessaria per la sopravvivenza delle foreste boreali", spiega Loic D'Orangeville che ha guidato lo studio, "è possibile che solo parti relativamente piccole delle foreste nordamericane abbiano acqua a sufficienza". A nord di certe latitudini, oltre il 49/mo parallelo, mostra lo studio, lo scioglimento anticipato delle nevi rappresenterà una buona notizia per le conifere.
Invece al di sotto di quella latitudine il riscaldamento globale provocherà più verosimilmente siccità e quindi stress per le foreste. Anche nei modelli sul riscaldamento globale al 2070, indicano gli scienziati, oltre i due terzi delle foreste al di sopra del 49/mo parallelo dovrebbero reagire in modo positivo.