I paesi ricchi devono ratificare subito l'accordo internazionale sul contrasto al cambiamento climatico raggiunto alla conferenza Onu di Parigi (Cop21) del dicembre scorso. Lo chiedono le Maldive, uno degli stati insulari che più rischiano di pagare le conseguenze del riscaldamento globale.
"Non c'è tempo da perdere", ha sottolineato il ministro locale dell'Ambiente, Thoriq Ibrahim, in un'intervista al Guardian in cui ha sollecitato le nazioni industrializzate ad accelerare i tempi. A sei mesi dal raggiungimento dell'intesa, infatti, ad eccezione della Francia le nazioni ad aver ratificato sono quasi solo quelle insulari, minacciate dall'innalzamento del livello del mare.
"La ratifica da parte della Francia ci fa compiere un altro passo verso la messa in pratica dell'accordo", ha detto Ibrahim.
"I piccoli Stati insulari sono state le prime 14 nazioni ad aver ratificato. Ora incoraggiamo tutti i paesi, grandi e piccoli, a fare lo stesso".
"Prima riusciamo a far entrare in vigore l'accordo, prima possiamo mettere in campo le azioni necessarie. Non abbiamo tempo da perdere", ha sottolineato Ibrahim. Per le Maldive il pericolo non è rappresentato solo dall'innalzamento del mare che può sommergere la terraferma, ma anche dal massiccio fenomeno di sbiancamento dei coralli, dovuto alla temperatura elevata delle acque e alla loro acidificazione. Le barriere coralline fungono da protezione delle isole, e sono inoltre un forte volano del turismo. (ANSA).