L'accordo globale sul clima raggiunto al vertice Onu di Parigi nel dicembre scorso non è impraticabile. Al contrario è fattibile, oltre che necessario, e questo grazie a un'esplosione delle energie rinnovabili che farà implodere l'industria delle fonti fossili. Ne sono convinti gli esperti dell'Istituto di Potsdam per la ricerca sull'impatto climatico, che in uno studio pubblicato su Nature Climate Change ribadiscono l'importanza di porre un limite al riscaldamento globale.
Limitare l'aumento delle temperature entro i due gradi centigradi, e preferibilmente entro un grado e mezzo, è quanto si propone l'intesa raggiunta alla Cop21. Per gli studiosi tale limite può essere rispettato "a un costo relativamente basso, con le giuste politiche", grazie all'aumento dell'efficienza e alla diminuzione dei prezzi di eolico e fotovoltaico.
"Un'esplosione delle rinnovabili, una volta raggiunta una penetrazione di mercato pari al 15-20%, porterebbe a un'implosione dell'industria fossile", sostengono gli scienziati. Inoltre un accordo forte sul clima apre la strada a sistemi di tariffazione delle emissioni di carbonio, che sarebbero adottati da un numero crescente di Stati. Infine, concludono gli esperti, c'è una questione morale che sta interferendo con l'economia, visibile nelle scelte dei Rockfeller, di Axa e German Allianz contro le fossili.