ROMA - I disastri climatici, come le ondate di calore o le siccità, aumentano il rischio di conflitti armati nei Paesi con marcate divisioni etniche. È quanto affermano gli esperti del Potsdam Institute per la ricerca sull'impatto climatico, secondo cui quasi un quarto del conflitti in società multietniche è legato a calamità climatiche. Per questo, sostengono gli scienziati, "la stabilizzazione del clima porta anche un beneficio aggiuntivo molto speciale: la pace".
Nell'indagine, pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, si mettono a confronto i dati sui danni economici causati dalle calamità naturali con le informazioni sui conflitti, nel periodo dal 1980 al 2010.
"I disastri climatici hanno un potenziale dirompente che sembra agire in modo particolarmente tragico nelle società etnicamente frazionate", spiegano gli esperti. "Le calamità climatiche non innescano direttamente i conflitti, ma aumentano il rischio che un conflitto esploda".
La correlazione è resa ancor più rilevante dal fatto che, con il cambiamento climatico, è atteso un aumento dei disastri naturali e, quindi, anche un incremento del rischio di conflitti e migrazioni.
Inoltre, aggiungono gli autori, "alcune delle regioni più colpite dai conflitti, in Africa centro-settentrionale e in Asia centrale - sono anche quelle sia più vulnerabili al cambiamento del clima, sia caratterizzate da divisioni etniche".