L'innalzamento del livello dei mari provocato dal riscaldamento globale potrebbe non nuocere alle barriere coralline, anzi. Mitigando la temperatura dell'acqua potrebbe alleviare lo sbiancamento dei coralli, che per effetto del calore espellono un'alga vitale per la loro sopravvivenza (che dà loro colore) andando incontro alla morte. Il quadro emerge da uno studio australiano, ma secondo alcuni scienziati questo effetto tampone non sarà sufficiente a salvare i 'reef'.
Realizzato dall'Università del Western Australia, lo studio evidenzia che acque più profonde in corrispondenza delle barriere coralline più superficiali potrebbero alleviare le temperature estreme cui i coralli sono esposti, potenzialmente diminuendo l'intensità dello sbiancamento causato dal riscaldamento degli oceani.
Lo sbiancamento è un fenomeno naturale che è destinato ed essere più frequente e che già quest'anno, anche a causa dell'intensità di El Nino, interessa i 'reef' di diversi angoli del globo, dalle Maldive alle Hawaii, e sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza della Grande barriera corallina.
Ruben van Hooidonk, scienziato dell'Agenzia Usa per oceani e atmosfera (Noaa) che non ha partecipato allo studio, non è però così ottimista. "Una mutazione del livello del mare potrebbe rinfrescare un po' le acque", ha spiegato al sito Carbon Brief, ma "potrebbe essere troppo poco, troppo tardi", dal momento che si tratta di un processo lento e che la maggior parte delle barriere coralline del mondo alle condizioni attuali è "già proiettata verso episodi di sbiancamento annuali entro la metà del secolo".