Non c'è nessuna prova che i cambiamenti climatici stiano incentivando la "ruggine del caffè", malattia fungina provocata da un parassita particolarmente vorace che ha già fatto danni a molte coltivazioni di caffè nell'America centrale e meridionale. Lo afferma uno studio dell'Università di Exeter.
I ricercatori hanno testato l'ipotesi che le condizioni meteo fossero l'elemento scatenante di una recente epidemia di "ruggine" in Colombia e che i cambiamenti del clima avessero aumentato la probabilità di condizioni favorevoli alla proliferazione del parassita. Pubblicato sul Royal Society journal Philosophical Transactions B, lo studio arriva a queste conclusioni: "Non abbiamo scoperto nessuna prova di una tendenza generale per il rischio di malattia nelle piantagioni di caffè in Colombia tra il 1990 e il 2015", scrivono gli scienziati, ma "mentre le condizioni meteo sono state più favorevoli alle epidemie tra il 2008 e il 2011, respingiamo l'ipotesi del cambiamento climatico".
Dan Bebber, autore principale della ricerca, spiega che tra il 2008 e il 2011 si è verificata una combinazione perfetta di fattori scatenanti: non solo le condizioni meteo ma anche un calo nell'uso di fertilizzanti a causa dell'aumento dei prezzi verificatosi durante la crisi finanziaria del 2008. "Gli agricoltori non stavano trattando le piante come avrebbero normalmente fatto", spiega Bebber, "e questo probabilmente è stato uno degli elementi che ha portato all'aumento del parassita". "Il clima in quel periodo era favorevole alla malattia ma ci sono stati periodi precedenti con condizioni simili in cui non si è verificata alcuna epidemia", conclude.