(di Olga Piscitelli)
Con l'urgenza di passare dalle parole ai fatti, la 22ma Conferenza Onu sul clima apre i battenti oggi a Marrakech. A Bab Ighli, la porta dalla quale anticamente entravano in città i carovanieri del deserto con le loro merci preziose, si deciderà la strategia per ridurre la temperatura del Pianeta. E fino al 18 novembre da questo luogo simbolico, a pochi metri da uno dei palazzi reali marocchini, politica e società civile dovranno giurarsi reciprocamente lealtà per consegnare il mondo in buono stato di salute agli abitanti del futuro.
Patricia Espinosa, Segretaria UNFCCC, da Rabat aggiunge gli ultimi particolari: "Cento paesi dei 197 presenti a Marrakech hanno formalmente siglato l'Accordo di Parigi, un segnale positivo". Il 15 novembre a Marrakech dovranno tutti ritrovarsi attorno ad un tavolo per tracciare per la prima volta insieme la strategia attuativa di quel piano studiato l'anno scorso in Francia. Sarà l'evento clou della conferenza. "Marrakech darà l'opportunità anche ai paesi in via di sviluppo di presentare la road map per il raggiungimento dello scopo - dice ancora Espinosa -. Ma sarà anche un gigantesco contenitore di tutte le iniziative pubbliche e private utili per incrementare la battaglia contro il riscaldamento climatico".
Dal summit in Marocco, tra l'altro, dovrà uscire un percorso chiaro per lo stanziamento di 100 miliardi di dollari l'anno, fino al 2010, a sostegno dell'azione climatica nei paesi in via di sviluppo. Secondo le stime Onu servono dai 5 ai 7 mila miliardi annui per raggiungere un modello di sviluppo sostenibile. "È urgente passare a una fase di basse emissioni e di resilienza climatica", ha più volte sottolineato il Segretario Generale Ban Ki-moon. Salaheddine Mezouar, uomo d'affari e ministro degli Esteri del Marocco, riceve il testimone della presidenza dalle mani di Ségolène Royal, ministro dell'ambiente in Francia e presidente Cop21.
Quel vertice di Parigi ha fissato le grandi linee per passare a uno sviluppo economico meno inquinante. Ora tocca a Marrakech pensare a come metterlo in opera. Mezouar parla di "cambio di rotta, per un dinamismo virtuoso". Occorrerà controllare meglio i parametri; i due gradi fissati come soglia limite del riscaldamento sono una misura di media dalla quale dipende la vulnerabilità di molti paesi. Che ne sarebbe dell'agricoltura nelle zone intertropicali, come Africa o Sudamerica, se la temperatura dovesse aumentare anche solo di quei due gradi?
Ci si aspetta che da Marrakech si tracci la mappa di chi soffre di più e di chi inquina di più. Il presidente Mezouar non nasconde l'ansia della responsabilità: "Serve un'accelerazione dinamica e Marrakech sarà il cardine di questo nuovo corso della politica ambientale del mondo. L'atmosfera è estremamente positiva, sarà la conferenza dell'azione". Nessuno potrà chiamarsi fuori, perché, dice, "il successo dipenderà dalla volontà di ciascuno di noi, ma ci aspettiamo una presa di coscienza collettiva e per questo la presidenza marocchina punterà a includere tutti".