(ANSA) - ROMA, 16 NOV - L'Italia risale di 4 posti, dal 20/o al 16/o, nella classifica dei paesi che meglio combattono il cambiamento climatico. Lo rivela il rapporto annuale sulle performance climatiche degli stati del mondo, preparato da Germanwatch e CAN-Europe, con la collaborazione per l'Italia di Legambiente. La ricerca segnala un rallentamento dell'impegno per il clima da parte dell'Europa e un'accelerazione da parte delle economie emergenti, come India e Brasile.
I primi tre posti della classifica non sono stati assegnati, perché nessun paese al mondo è riuscito a contenere le sue emissioni di gas serra in modo sufficiente per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi sul clima.
Al 4 posto si classifica la Francia, grazie al ruolo svolto per il raggiungimento dell'Accordo di Parigi. Seguono Svezia (5) e Regno Unito (6), che beneficiano delle politiche climatiche dei precedenti governi. Il Marocco (8), che ospita la Conferenza sul clima di Marrakech Cop22, consolida la sua leadership in Africa grazie a rinnovabili e piani ambiziosi.
L'Italia fa un passo in avanti, rispetto allo scorso anno, passando dal 20° al 16° posto, grazie alla considerevole riduzione delle sue emissioni (-19.8% nel 2014 rispetto al 1990 con una riduzione del 4.6% rispetto all'anno precedente) dovuta all'onda lunga degli investimenti degli anni precedenti nelle rinnovabili (22esima posizione della classifica specifica), arrestatasi nel 2014, e dal contributo dell'efficienza energetica (21° posto) combinato con la perdurante stagnazione economica. Il rapporto denuncia però l'assenza di una politica climatica nazionale a livello degli altri partner europei, relegando l'Italia in fondo alla classifica specifica (44).
Trend positivi si segnalano anche tra le economie emergenti del G20 come India (20), Argentina (36) e Brasile (40). La Germania, dopo molti anni di leadership, continua il suo trend negativo, retrocedendo al 29/o posto, a causa della quota ancora considerevole del carbone nel mix energetico nazionale. Nelle retrovie si posizionano Stati Uniti (43) e Cina (48), principali responsabili (insieme 38%) delle emissioni globali. Gli USA sono indietreggiati in quasi tutti gli indicatori, compromettendo i passi in avanti degli scorsi anni. Per quanto riguarda la Cina, nonostante la scarsa performance, va sottolineato il suo importante ruolo nella riduzione del consumo globale di carbone, grazie alla chiusura lo scorso anno di 30 centrali. Canada (55), Australia (57) e Giappone (60) sono i peggiori tra i paesi industrializzati, con politiche climatiche ed energetiche ritenute dal rapporto fortemente inadeguate rispetto agli obiettivi dell'Accordo di Parigi.