ROMA - Dall'ambiziosa ricerca del più antico ghiaccio del Polo Sud all'analisi dei laghi subglaciali, con l'obiettivo di salvare la Terra dal riscaldamento globale perché "studiando i processi del sistema climatico del passato è possibile intervenire per garantirci un futuro". Così i ricercatori italiani in collegamento video dalla base scientifica italo-francese 'Concordia' al Polo Sud hanno raccontato la loro avventura a 50 allievi della scuola primaria durante la lezione 'Dal Big Bang al Big Freeze' organizzata da Green Cross ed Enea al Museo dei Bambini di Roma Explora.
Gli scienziati alla 32esima campagna antartica sono impegnati nella missione 'Beyond Epica - Oldest Ice' (il ghiaccio più antico), per cercare il punto della calotta del Polo Sud dal quale estrarre la carota di ghiaccio risalente a 1 milione e mezzo di anni fa depositaria della storia più antica del nostro Pianeta: "Un modo per decifrare i processi del sistema climatico ed elaborare proiezioni future più precise" ha spiegato Adele Irianni (Enea) addetta alla divulgazione del Programma Nazionale di ricerche in Antartico (PNRA). Per questo, anche con il progetto 'Protecting Ice Memory'(proteggere la memoria del ghiaccio), gli scienziati stanno classificando carote di ghiaccio estratte a ogni latitudine fredda del mondo per conservarle nella regione Antartica. Sull'importanza 'della memoria dei ghiacci', lo station leader della campagna estiva Gianluca Bianchi Fasani (Enea) in diretta dal Polo Sud ha ricordato ai piccoli studenti che "le carote di ghiaccio contengono particelle di aria che risalgono al momento della loro formazione che analizzate rivelano la composizione dell'atmosfera del passato".
Nel corso della speciale lezione al Museo dei Bambini 'Explora' di Roma, Giorgio Budillon, del comitato scientifico di Green Cross e membro della Commissione Scientifica Nazionale per l'Antartide in un messaggio rivolto ai bambini ha ribadito che "i ghiacciai sono un pozzo di informazioni inesauribile e dalla loro stratigrafia si può ricostruire l'evoluzione del clima terrestre e studiare i fenomeni che lo modificano, comprese le eruzioni vulcaniche che hanno segnato la storia dell'uomo2. Così per Guido Di Donfrancesco, Responsabile del Servizio di Protezione Ambientale del PNRA "riuscire a comprendere a fondo quanto è avvenuto al clima del nostro pianeta indietro di milioni di anni ci permetterà di prevedere con minori incertezze quel che potrebbe accadere al clima nel prossimo futuro''.
L'avventura dei ricercatori della 'Concordia' al Polo Sud, iniziata l'8 novembre 2016, si concluderà per molti l'8 febbraio. Per pochi coraggiosi, 13 scienziati, - ricorda Green Cross - continuerà fino a novembre 2017 per tutto l'inverno polare".