Trump non potrà fermare il cammino verso le energie rinnovabili. Il mondo oramai si è avviato in quella direzione, ci sono troppi interessi in gioco e neppure il presidente degli Stati Uniti potrà arrestare il processo. Però potrà rallentarlo, e questo comunque sarà un problema: per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi e bloccare il riscaldamento globale, bisogna accelerare la decarbonizzazione, che è ancora troppo lenta. E' questo il messaggio emerso mercoledì dal convegno a Roma "Geopolitica, energia, clima ai tempi di Trump", organizzato dal Coordinamento Free (Fonti rinnovabili ed efficienza energetica), che raccoglie 23 associazioni ambientaliste e della green economy.
"Se Trump fosse stato eletto 4 anni fa, sarebbe stato un disastro - ha detto Gianni Silvestrini della ong Kyoto Club -. Ma oggi è troppo tardi per tornare alle fonti fossili. La crescita delle rinnovabili prescinde oramai dalle politiche dei governi". Silvestrini ha raccontato che negli Stati Uniti le energie rinnovabili occupano più addetti delle fossili. Molti stati e metropoli hanno piani ambientali ambiziosi, come pure le grandi aziende come Google e Amazon. Per Silvestrini "in Europa la lotta al nucleare ha fatto crescere la cultura ambientale. Così negli Usa è possibile che contro Trump si crei un movimento dal basso che leghi tematiche ambientali e sociali". Tesi condivisa dal deputato di Possibile Pippo Civati e dal senatore Cinquestelle Gianni Girotto. "Nella prossima legislatura dovremo porre la questione delle rinnovabili in modo radicale - ha detto Civati -. In Italia non c'è un dibattito che coinvolga le aziende". Daniele Capezzone, deputato di Conservatori e Riformisti, ha sostenuto che "l'obiettivo della decarbonizzazione non può essere perseguito con gli strumenti iper-statalisti usati dalla Ue (fisco, sussidi, iper-regolamentazione), ma con un approccio più attento al mercato". La presidente di Legambiente Rossella Muroni gli ha risposto che "l'Europa non rappresenta cavilli, ma ha aiutato il nostro paese a procedere sulla strada della decarbonizzazione". Per il senatore Cinquestelle Girotto, "se le fonti fossili pagassero il danno che fanno all'ambiente, sparirebbero subito". Il presidente di Free, Giovan Battista Zorzoli, chiudendo il convegno ha detto che "Trump non capovolgerà il trend in corso. Sono troppe le forze in campo. Ma un po' lo rallenterà, e invece abbiamo bisogno di accelerare. Con le misure attuali dell'Accordo di Parigi, nel 2030 il riscaldamento globale sarà di 2,7 gradi dai livelli pre-industriali, contro l'obiettivo dei 2 gradi. E' questa la vera sfida che ci pone Trump".