- ROMA - Acquistata al supermercato, una pagnotta costa pochi euro, ma all'ambiente quella stessa pagnotta costa più di mezzo chilogrammo di CO2. A dirlo sono i ricercatori dell'università britannica di Sheffield, che hanno analizzato l'impatto ambientale della produzione del pane nelle sue varie fasi, dalla coltivazione del grano alla distribuzione finale.
Stando allo studio, pubblicato sulla rivista Nature Plants, una pagnotta da 800 grammi prodotta nel Regno Unito ha un costo in termini di emissioni pari a 0,589 Kg di CO2. A pesare sull'ambiente è soprattutto la coltivazione, che genera circa la metà dei gas climalteranti. In particolare il nitrato d'ammonio, usato come fertilizzante, è la causa del 43% delle emissioni.
"In ogni pagnotta è rappresentato il riscaldamento globale, dovuto ai fertilizzanti usati per aumentare il raccolto", spiegano gli studiosi. "Un'alta resa agricola - necessaria a creare profitto per agricoltori, produttori e rivenditori mantenendo bassi i prezzi per i consumatori - attualmente richiede un uso elevato di fertilizzanti economici. Con cento milioni di tonnellate di fertilizzanti usati ogni anno nel mondo per sostenere la produzione agricola, il problema è enorme", evidenziano.
Nonostante ciò, "l'impatto ambientale non viene conteggiato, e quindi al momento non ci sono incentivi reali per ridurre la dipendenza dai fertilizzanti", proseguono i ricercatori, secondo cui il problema dei fertilizzanti sarebbe "risolvibile attraverso il miglioramento delle pratiche agronomiche".