Il riscaldamento globale rende gli ecosistemi artici una fonte di CO2, con il biossido di carbonio emesso che risulta maggiore di quello assorbito. La dimostrazione arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Pnas, che ha preso in esame la tundra dell'Alaska.
L'aumento delle temperature nell'Artico può "liberare" il carbonio intrappolato nel permafrost, cioè nel suolo ghiacciato.
Stando al team di esperti capitanato da Roisin Commane dell'università di Harvard, la tundra dell'Alaska è risultata climaticamente neutrale tra il 2000 e il 2011, registrando un sostanziale pareggio tra le CO2 emessa e assorbita. A partire dal 2012, tuttavia, la CO2 emessa ha iniziato a superare quella assorbita.
In base ai dati registrati dall'osservatorio della Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration, l'agenzia federale Usa per la meteorologia) nella località di Barrow, il tasso di emissioni di CO2 della tundra tra ottobre e dicembre è aumentato del 73% rispetto al 1975. Questa crescita, spiegano gli studiosi, è legata all'aumento delle temperature durante le estati e va presa in considerazione nei modelli climatici sui futuri flussi di carbonio, in cui finora - sostengono - l'apporto di CO2 dall'Artico "potrebbe essere stato sottostimato".