Entro dieci anni la "febbre" del pianeta potrebbe sforare la soglia di 1,5 gradi centigradi di aumento della temperatura globale, vanificando l'obiettivo climatico più ambizioso dell'accordo sul clima di Parigi. Lo suggerisce uno studio australiano secondo il quale a pesare sarebbe il cambiamento di un fenomeno climatico noto come "Oscillazione pacifica interdecadale" (Ipo), una sorta di El Nino ma dal ciclo più ampio (10-30 anni).
Pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, lo studio è stato condotto da ricercatori dell'Università di Melbourne. L'Ipo, spiegano, ha una fase negativa, che si verifica quando il calore è intrappolato negli strati più profondi del Pacifico. Questa tende a rallentare il riscaldamento della superficie terrestre. Tuttavia a partire dal 2014 l'Ipo avrebbe cominciato a cambiare. Se passasse alla fase positiva, spiegano i ricercatori, tale fenomeno schiaccerebbe l'acceleratore sul riscaldamento globale. In base ai modelli climatici analizzati l'aumento di temperatura di 1,5 gradi centigradi si raggiungerebbe già entro il 2026. Ma questo limite, avvertono gli scienziati, sarà superato anche nel caso in cui l'Ipo restasse nella sua fase negativa: si guadagnerebbero solo altri cinque anni.
"Se il mondo vuole avere anche solo una speranza di rispettare il target di Parigi", sottolinea Ben Henley, autore principale dello studio, "allora i governi dovranno attuare politiche che non solo riducano le emissioni di gas serra ma che rimuovano il carbonio dall'atmosfera".