Un ciclone tropicale che ha colpito il Bangladesh nel 1970 è l'evento meteorologico estremo più letale dell'ultimo secolo e mezzo. Lo rende noto l'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) delle Nazioni Unite, che pubblica i "record del mondo" per la più alta mortalità riferiti a cicloni, tornado, fulmini e grandine.
Se l'uragano Katrina del 2005, con le sue oltre duemila vittime, viene percepito come uno tra i più grandi disastri, in realtà il ciclone registrato 47 anni fa in Bangladesh ha avuto conseguenze incomparabilmente più gravi, stimate in 300mila morti.
Sempre secondo il Wmo, che prende in esame gli eventi estremi a partire dal 1873, non sono recentissimi nemmeno gli altri primati. Il tornado più letale è quello che il 26 aprile 1989 ha distrutto il distretto di Manikganj, sempre in Bangladesh, portandosi via 1.300 vite. La più alta mortalità associata ai fulmini si è registrata il 2 novembre 1994, cn l'esplosione di un serbatoio di petrolio che ha causato 469 morti, mentre il singolo fulmine più letale ha colpito una capanna nello Zimbabwe il 23 dicembre 1975 uccidendo 21 persone. Quanto alle grandinate, quella che si è abbattuta nei pressi di Moradabad, in India, il 30 aprile 1888 ha provocato la morte di 246 persone.
"Con il cambiamento climatico in corso, e la popolazione mondiale in crescita, una più ampia fetta di umanità è minacciata da una moltitudine di fenomeni meteorologici e climatici", scrivono gli esperti Onu. "Tuttavia la vulnerabilità non dipende solo dal rischio di un evento, ma anche dall'adattamento e dalla resilienza". Per questo, evidenzia il segretario generale del Wmo Petteri Taalas, "è importante migliorare le allerta precoci sui rischi, le previsioni sui loro impatti, e imparare la lezione che viene dai disastri passati per prevenire quelli futuri".