Maxi scioglimento della superficie dei ghiacci occidentali dell'Antartide: tra il 2015 e il 2016 si è parzialmente sciolta una superficie pari a oltre due volte la California. Il fenomeno si è verificato durante un'estate insolitamente calda, ma soprattutto a causa dei venti innescati dalla particolare intensità dell'ultimo El Nino. Lo afferma un team internazionale di ricercatori in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications. Dall'analisi dei dati satellitari sull'Antartide occidentale (West Antarctic Ice Sheet) è emerso un mix di neve e ghiaccio sciolti sulla maggior parte della piattaforma di Ross. I ricercatori hanno raccolto per anni prove che l'acqua più calda dell'oceano sta sciogliendo i ghiacci dal livello marino, ma ora per la prima volta hanno documentato che anche l'aria più calda può causare uno scioglimento diffuso. Ed è questo quello che hanno osservato, spiegano, in concomitanza con El Nino. Un fatto, aggiungono, che non poteva essere casuale.
Il fenomeno di El Nino infatti, che consiste nel riscaldamento ciclico della superficie di una parte dell'Oceano Pacifico, innesca anche delle correnti atmosferiche che portano aria più calda verso l'Antartide occidentale. Questa normalmente è controbilanciata dai venti più forti, che arrivano da Ovest, ma a gennaio 2016 questo contrappeso è mancato. L'ultimo El Nino, tra il 2015 e il 2016, è stato uno dei più intensi degli ultimi 50 anni. Le sue ripercussioni anche sull'Antartide preoccupano i ricercatori, perché il ripetersi di El Nino così intensi in futuro sarà sempre più frequente.
Lo studio, guidato da Julien Nicolas della Ohio State University, è stato finanziato dalla Nasa, dal Dipartimento Usa dell'Energia e dalla National Science Foundation.