BRUXELLES - L'accordo di Parigi sul clima "non si rinegozia, si applica". Così il commissario Ue Miguel Arias Canete ha aperto il dibattito tra i ministri dell'ambiente dei Ventotto sulla decisione degli Stati Uniti di sfilarsi dal trattato di Parigi per rinegoziarlo da capo. Eppure, la strada per arrivare a modalità di applicazione condivise tra i paesi Ue sembra essere ancora lunga. Sulla scelta degli Usa, questa mattina si sono espressi sia i ministri degli Esteri che quelli dell'Ambiente. Il Consiglio esteri ha adottato conclusioni inequivocabili, in cui ci "si rammarica profondamente della decisione unilaterale dell'amministrazione statunitense" e si "ribadisce che l'accordo di Parigi è idoneo allo scopo e non può essere rinegoziato". Contenuti ripresi successivamente dal dibattito tra i ministri dell'Ambiente sullo stesso tema. Il ministro Gian Luca Galletti ha tenuto ricordare la necessità del dialogo con Washington.
In linea con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che nelle stesse ore a Pesaro diceva di voler "rinnovare la pressione sul presidente Usa a rivedere la sua posizione sull'accordo di Parigi sul clima", in occasione del prossimo G20, tra due settimane. Uniti su Trump, i Ventotto sono ancora divisi sugli impegni concreti. Una "mancanza di progressi" che "è in contrasto con le dichiarazioni sull'impegno inequivocabile dell'Ue per l'accordo di Parigi", sintetizza Caroline Westblom del Climante Action Network. Nel dibattito pubblico sul pacchetto 'non Ets', che include un regolamento per la ripartizione tra i paesi dello sforzo di riduzione delle emissioni di gas serra nei settori agricoltura, edilizia e trasporti e un altro sul ruolo del suolo e della silvicoltura, sono riemerse le divisioni degli ultimi mesi. La proposta, nel primo ambito, di un meccanismo che porterebbe a dare più margini di manovra ai paesi, come l'Italia, che stanno già ottenendo eccellenti risultati di riduzione delle emissioni, ha mosso gli equilibri. Anche se sui dettagli tecnici ci sarà da lavorare. La gestione delle foreste, su cui i paesi dotati di grandi patrimoni boschivi vogliono continuare ad avere mano libera, resta invece "questione critica che va risolta", come ha riconosciuto nella conferenza stampa finale Canete.
Dopo rottura sul clima negli Usa prove di dialogo Silicon Valley-Trump
Prove di dialogo fra la Casa Bianca e la Silicon Valley. Divisi praticamente su tutto, dal clima all'immigrazione, l'amministrazione Trump e gli amministratori delegati dei big hi tech cercando di tendersi la mano e avviare una collaborazione per modernizzare i servizi pubblici americani. L'appuntamento e' per il pomeriggio di lunedi' alla Casa Bianca, sotto la guida di Jared Kushner, uno dei piu' stretti consiglieri del presidente americano. Fra le varie responsabilita' di Kushner c'e' infatti anche l'Office of American Innovation che si pone tre obiettivi: rendere i servizi tecnologici pubblici competitivi come il settore privato; ridurre la spesa del governo nell'information technology di 1.000 miliardi di dollari entro i prossimi 10 anni; e migliorare la cybersicurezza. Da Amazon ad Apple, da Google a Microsoft, le grandi aziende tecnologiche americane non hanno confermato pubblicamente la loro partecipazione all'evento di oggi, in quello che e' l'ennesimo segno di tensione fra la liberal Silicon Valley e Donald Trump. Il presidente americano durante la campagna elettorale ha criticato i big hi tech, prendendo di mira Apple e Amazon: ai suoi elettori Trump aveva chiesto di boicottare Apple e assicurato che avrebbe perseguito Amazon, che usava il Washington Post per spuntare vantaggi dal punto di vista fiscale. Gli amministratori delegati delle due societa', Tim Cook e Jeff Bezos, sono presenti all'incontro.