ROMA - Sono 21,5 milioni le persone che ogni anno sono costrette a lasciare le proprie case a causa di siccità, tempeste o alluvioni. Se si prende in considerazione solo il 2015, si tratta di un numero quasi doppio rispetto alle persone costrette a fuggire da guerre e violenza. E' quanto denuncia Greenpeace Germania nel rapporto "Climate Change, Migration and Displacement.
Oggi si celebra infatti la Giornata internazionale del rifugiato, indetta dalle Nazioni Unite per commemorare l'approvazione nel 1951 della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. L'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), sottolinea Greenpeace, ha sviluppato il concetto di "migrazione ambientale": il cambiamento climatico porta al degrado ambientale cui contribuiscono anche altri fattori, come ad esempio lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Il degrado ambientale distrugge le basi materiali della sussistenza e sempre più espone le persone colpite al rischio di disastri naturali.
"Eventi meteorologici estremi sempre più frequenti - dichiara Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia - costringono milioni di persone nei Paesi più poveri ad abbandonare le proprie case in cerca di sicurezza. I Paesi più industrializzati e i Paesi in via di sviluppo devono lavorare insieme per trovare soluzioni concrete, sia per affrontare direttamente questi fenomeni che per sostenere e proteggere chi non ha altra scelta che lasciare la propria casa".