La deforestazione collegata alla produzione di olio di palma sta rendendo la superficie dell'Indonesia più calda. Effetto che si aggiunge ai fattori che contribuiscono ai cambiamenti climatici e che rende il territorio più vulnerabile anche agli incendi. Lo afferma uno studio della European Geoscience Union pubblicato sulla rivista Biogeosceinces.
L'Indonesia è il maggior produttore al mondo di olio di palma, ingrediente largamente usato in moltissimi prodotti, dal cioccolato al sapone. La deforestazione subita dal Paese per far posto alle piantagioni, spiegano i ricercatori, ormai supera in velocità quella che colpisce l'Amazzonia in Brasile.
Un team internazionale guidato dall'Università tedesca di Gottingen ha analizzato immagini satellitari rilevando come l'espansione di piantagioni di palme da olio e di altre colture nell'isola di Sumatra abbia reso la regione più calda oltre ad aver impattato biodiversità e quantità di carbonio immagazzinata. Tra il 2000 e il 2015 la temperatura media di metà mattina della provincia di Jambi è aumentata di 1,05 gradi centigradi. In parte come risultato dei cambiamenti climatici, spiegano gli scienziati, ma anche come diretta conseguenze del diverso utilizzo della terra.
I ricercatori hanno studiato le differenze di temperatura nella superficie di diversi tipi di terreno: coperto da foresta, disboscato e coltivato. È emerso che la terra deforestata è fino a 10 gradi più calda di quella intatta. Piantagioni di palme da olio mature sono risultate di quasi un grado (0,8) più calde mentre quelle più giovani di 6 gradi. Queste ultime hanno foglie più piccole, meno abbondanti e traspirano meno acqua. Il terreno riceve quindi più radiazioni solari e si asciuga più velocemente.