Senza un freno al riscaldamento globale i cumuli di temporali estivi del Nord America saranno ancora più estesi, frequenti e 'densi' di pioggia, arrivando a rovesciare in alcune aree fino all'80% in più di acqua, peggiorando le inondazioni. Lo indica uno studio condotto dal Centro nazionale per la ricerca atmosferica di Boulder, Colorado, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.
Gli eventi di Nashville del 2010, West Virginia e Louisiana nel 2016 e Houston di quest'anno sono una spia di questo temuto trend. Con conseguenze pericolose per l'uomo e per l'economia, sottolineano gli scienziati, visto che secondo alcune stime i disastri da temporali e inondazioni costano agli Stati Uniti in media 20 miliardi di dollari all'anno. Il "global warming" ha un peso, spiegano i ricercatori, perché riscaldandosi l'atmosfera riesce a trattenere più acqua, generando piogge più abbondanti.
Per capire cosa accadrà se le emissioni di gas serra continueranno senza sosta gli scienziati hanno simulato con calcoli informatici lo sviluppo su tutto il Nord America dei sistemi temporaleschi a mesoscala, quelli che si estendono per decine o centinaia di chilometri e possono insistere su alcune zone per ore causando nubifragi o alluvioni lampo. Il rischio è di un aumento dell'80% di questi fenomeni entro la fine del secolo, con l'inondazione non di parti di città ma di intere aree metropolitane e di considerevoli porzioni di Stati. Saranno letteralmente "fiumi" che piovono dal cielo. Su una metropoli come New York, ad esempio, sistemi temporaleschi a mesoscala potrebbero rovesciare fino al 60% in più di acqua.