ROMA - "Il maltempo dei giorni scorsi, con nevicate e piogge, ha ristorato territori "assetati", ma non ha risolto lo squilibrio idrico, generato da uno dei periodi più caldi ed arsi della storia d'Italia": è quanto afferma l'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
"A 12 mesi di distanza - prosegue l'Anbi -, non sono le regioni del Nord a destare le maggiori preoccupazioni, bensì il Meridione, dove sono praticamente dimezzate le riserve idriche presenti negli invasi, per altro a riempimento pluriennale. Il fenomeno è particolarmente evidente in Basilicata (disponibilità idrica a fine Dicembre 2017: circa 143 milioni di metri cubi; 2016: circa 329 milioni di metri cubi; 2010: circa 649 milioni di metri cubi), ma anche in Puglia e Sicilia. Grave è anche la situazione in Sardegna, dove le disponibilità idriche continuano a diminuire, scendendo dai circa 1371 milioni di metri cubi del Dicembre 2010 agli attuali circa 620.
"E' evidente che se lo scorso anno, con maggiori disponibilità d'acqua ad inizio anno, si sono verificati limiti nella distribuzione irrigua, la prossima stagione agricola già si prospetta difficile - evidenzia il Presidente di ANBI, Francesco Vincenzi -. Diversa è la situazione nel Nord del Paese, dove i grandi laghi, pur restando sotto le medie stagionali, sono in rapido rialzamento dei livelli".
"Il susseguirsi di situazioni meteorologiche inconsuete sul nostro Paese, caratterizzate dalla estremizzazione degli eventi - conclude il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano - conferma la necessità di avviare sollecitamente il Piano Nazionale degli Invasi, inserito per la prima volta nella Legge di Stabilità".