BRUXELLES - Dopo l'Europarlamento, anche il Consiglio dell'Ue dà il suo ok formale alla riforma del mercato delle quote di emissione per gli impianti industriali (Ets), parte dello sforzo europeo per tagliare le emissioni al 2030 di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990.
Il nuovo Ets, operativo dal 2021, prevede di tagliare le emissioni a ritmo più sostenuto rispetto al passato, con la riduzione del tetto massimo di emissioni del 2,2% l'anno invece dell'attuale 1,74%. Per evitare il surplus di quote, che ha impedito all'Ets di funzionare negli anni scorsi, il 24% delle quote eccedenti ogni anno dal 2019 al 2023 finiranno in riserva.
Dal 2023 le quote in eccesso nella riserva potranno essere cancellate. Prosegue, ma viene limitata, l'assegnazione di quote gratuite per evitare il carbon leakage, cioè la delocalizzazione delle imprese in altre parti del mondo con costi inferiori legati alle politiche climatiche.
La percentuale di quote da mettere all'asta è fissata al 57%, con una flessibilità del 3% attivabile in caso fossero necessarie più quote gratuite. L'approvazione formale in Consiglio di oggi rappresenta il passaggio finale del processo legislativo. La nuova direttiva sull'Ets entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.