ROMA - La corrente atlantica, che ridistribuisce l'acqua calda verso Nord e quella fredda verso Sud, si è indebolita negli ultimi 150 anni di circa il 15-20%, e il fenomeno potrebbe far aumentare le ondate di calore in Europa e il livello dell'oceano sulla costa orientale degli Stati Uniti. Lo indicano due studi pubblicati su Nature dai ricercatori guidati da David Thornalley, dell'University College London, e da Levke Caesar, del tedesco Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK).
"Il fenomeno osservato è come una spia che si accede sul pannello di guida. Ci dice: attenzione, c'è qualcosa che non sta andando come al solito, ma c'è bisogno di approfondimenti per capire se abbiamo davvero un'inversione di tendenza o se invece l'indebolimento della corrente potrebbe regredire", ha osservato Dino Zardi, che insegna Fisica dell'atmosfera e del clima all'Università di Trento.
Secondo le ricerche, la corrente, che si chiama 'Capovolgimento meridionale della circolazione atlantica', non è mai stata così debole: ha raggiunto il picco di debolezza degli ultimi 1.600 anni. E' stato possibile stabilirlo analizzando le temperature della superficie dell'Oceano Atlantico e la dimensione dei grani dei sedimenti depositati sul fondale dalla corrente.
In base a questi dati, l'indebolimento ha avuto inizio alla fine della Piccola Era Glaciale, terminata verso la metà dell'800. In quell'epoca il Nord Atlantico ha iniziato a riscaldarsi, facendo sciogliere parte del ghiaccio artico e della Groenlandia e formando un enorme rubinetto di acqua dolce sgorgata nell'Atlantico. Questo ha diluito la superficie dell'acqua, rendendola più leggera e meno in grado di affondare, rallentando il meccanismo della corrente.
Se il fenomeno dovesse andare avanti, a causa del riscaldamento climatico, secondo i ricercatori potrebbero esserci conseguenze anche per l'Europa. La corrente infatti ha un impatto sull'atmosfera: a causa del suo indebolimento, l'aria calda del Sud si convoglierebbe verso l'Europa, e questo farebbe aumentare l'arrivo di tempeste atlantiche e le ondate di calore estive. Tuttavia, secondo Zardi è difficile trarre conclusioni per l'Europa e altre zone specifiche, "perché - spiega - questi fenomeni climatici sono molto complessi e coinvolgono più fattori".