ROMA - Famiglie che vedono le proprie vite messe a rischio dagli impatti dei cambiamenti climatici, dentro e fuori dall'Europa, hanno adito giovedì 24 alla Corte di Giustizia europea contro il Parlamento e il Consiglio europei, per denunciare l'inadeguatezza del target di riduzione delle emissioni climalteranti al 2030. Tra le famiglie ricorrenti anche quella italiana di Giorgio Elter, sostenuta da Legambiente.
Le famiglie ricorrenti ritengono che la riduzione delle emissioni nazionali di gas serra di un minimo del 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030 sia inadeguato a far fronte alla concreta necessità di prevenire il rischio climatico e insufficiente a proteggere i loro diritti fondamentali di vita, salute, occupazione e proprietà. Nel consentire ulteriori emissioni e non esercitando il proprio potere decisionale al meglio delle possibilità, ritengono che la Ue stia ledendo i loro diritti fondamentali.
"L'Italia sta facendo troppo poco, e troppo lentamente, per ridurre le sue emissioni di CO2, come dimostrano i dati che riportano addirittura un aumento nel settore energetico - ha dichiarato Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente -.
Dobbiamo rafforzare l'azione per il clima e innalzare gli obiettivi UE 2030 in coerenza con l'accordo di Parigi.
Legambiente sostiene pienamente l'azione legale della famiglia Elter, che può aiutarci a mobilitare i cittadini e a esercitare una crescente pressione sui governi affinché adottino politiche ambiziose in materia di clima ed energia e l'Europa diventi un esempio internazionale".