L'uomo non ha mai respirato un'aria così satura di anidride carbonica. Da quando 200mila anni fa ha fatto la sua comparsa l'Homo sapiens, fino a tempi relativamente recenti, la concentrazione di CO2 in atmosfera ha oscillato tra le 170 e le 280 parti per milione. Negli ultimi decenni, però, il livello è schizzato in alto, fino a raggiungere il record del 2017: 405 parti per milione, la cifra più alta degli ultimi 800mila anni. A incoronare il primato è il rapporto internazionale State of the Climate, dove si conferma anche che il 2017 è stato il terzo anno più caldo nella storia recente del Pianeta.
Il rapporto, pubblicato dall'American Meteorological Society e redatto dall'Agenzia Usa per la meteorologia (Noaa) con il contributo di 500 scienziati in 65 Paesi, mette in evidenza la crescita dei gas a effetto serra (CO2, metano, azoto). Il tasso di crescita della CO2, si legge, è più che quadruplicato rispetto agli anni Sessanta. Il 2017 è inoltre stato il terzo anno più caldo - dopo il 2016 e il 2015 - registrato dal 1880 a oggi, cioè da quando sono disponibili i dati. Ed è stato l'anno più rovente in assoluto se si considerano solo gli anni non contraddistinti dalla presenza di El Nino, il fenomeno naturale periodico che riscalda gli oceani e contribuisce all'aumento del termometro globale. Dall'Argentina all'Uruguay, dalla Spagna alla Bulgaria, si sono riportate temperature da primato. Nell'Artico la temperatura media annuale è stata di 1,6 gradi superiore alla media.
E il fenomeno non ha interessato solo i Poli: dati preliminari indicano che i ghiacciai in tutto il mondo hanno perso volume per il 38/mo anno consecutivo. Anche negli oceani gli ultimi tre anni sono stati i più caldi in assoluto, causando uno sbiancamento dei coralli senza precedenti. L'altra faccia del cambiamento climatico, si legge ancora, sono gli uragani - Harvey, Irma e Maria in America - e le piogge abbondanti che hanno caratterizzato Stati come la Russia e la Norvegia. In India temporali e conseguenti inondazioni hanno causato 800 vittime. La stagione degli incendi non è stata particolarmente drammatica a livello mondiale ma in alcuni Stati - come l'Italia, la Spagna e il Portogallo - in estate le fiamme hanno divorato ettari su ettari di terreno.