Reseau Action Climat, la rete che raccoglie 22 fra le maggiori ong ambientaliste francesi (fra le quali Greenpeace e WWF), ha pubblicato nei giorni scorsi un documento congiunto sulla crisi dei gilet gialli in cui afferma che la "fiscalità ecologica" è "uno strumento indispensabile per rispondere alla crisi climatica". Tuttavia il governo Macron "è responsabile" delle proteste perché "tarda ad attuare misure per finanziare le alternative all'auto e per aiutare quelli che non hanno i mezzi per spostarsi diversamente".
La Reseau propone un "sostegno finanziario" immediato ai più poveri, "per permettere loro di fare fronte all'aumento dei prezzi dei carburanti". Poi una serie di misure sul medio e lungo periodo: "Trasporti condivisi e biciclette, veicoli meno inquinanti, ferrovie moderne e accessibili a tutte le tasche, lotta alla dispersione urbana avvicinando i luoghi di vita a quelli di lavoro e di svago".
Su Facebook è anche nato il gruppo dei "gilet verdi" (gilets verts), che ha raggiunto i 19.000 iscritti. Non si pongono contro i gilet gialli: dicono di comprendere le ragioni della loro protesta, che colpisce i più poveri, ma vogliono "unire la giustizia sociale, l'esigenza democratica e l'urgenza ecologica". I gilet verdi intendono scendere in piazza l'8 dicembre per la Giornata mondiale dei cambiamenti climatici.
Stephane Cuttaia, il fondatore del movimento, al sito novethic.fr ha spiegato che "veniamo dallo stesso ambiente sociale" dei gilet gialli, "dove si fa fatica ad arrivare alla fine del mese. Quindi condividiamo totalmente la loro collera e sosteniamo il loro movimento". Tuttavia "ci piacerebbe coniugare la giustizia sociale con l'urgenza ecologica".