In Italia dal 1981 è aumentato il numero di picchi record di caldo, e le ondate di calore sono diventate più frequenti e intense. Al contrario, la frequenza dei picchi record di freddo è andata diminuendo. Lo ha scoperto l'Istituto sull'inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr, con una ricerca pubblicata sull'International Journal of Climatology.
Analizzando i dati di 54 stazioni italiane nel periodo 1961-2016, gli autori hanno estratto le informazioni della variabilità di temperatura nel ventennio 1961-1980. Quindi hanno simulato il numero di record mensili di caldo e freddo che si sarebbero avuti dal 1981 in poi, se non fossero cambiate le condizioni di temperatura e variabilità.
"Il numero di nuovi record di caldo ha superato abbondantemente quelli attesi in un regime di clima costante - scrive in un comunicato uno degli autori della ricerca, Antonello Pasini - e abbiamo avuto lunghe ondate di calore, più frequenti e più intense. La frequenza dei nuovi record di freddo va invece calando, specie dagli anni '90".
"In molti mesi non possiamo più calcolare i tempi di ritorno di questi eventi utilizzando la teoria statistica consolidata - ha concluso Pasini - e siamo in presenza di una nuova legge di comportamento di questi eventi estremi e di una netta deriva climatica, ben al di là della variabilità naturale del clima italiano. In particolare, dobbiamo aspettarci tempi di ritorno molto più brevi per i record di caldo e un po' più lunghi per quelli di freddo".