(di Alice Fumis)
(ANSA) - Anche a fronte del cambiamento climatico in corso, con "un trend di riscaldamento globale assodato", "il pianeta si salva lo stesso, non muore. Sopravvivrà anche con l'innalzamento della temperatura o con più uragani. Il punto è salvare noi stessi, la società come la conosciamo. Il clima non danneggia il pianeta, ma noi". E per salvarci occorre attivarsi da subito, riducendo le emissioni di gas serra per abbatterle del 70-75% nei prossimi 30 anni.
Non usa mezzi termini il responsabile dell'area scientifica Fisica della terra del Centro internazionale di fisica teorica di Trieste (ICTP), Filippo Giorgi, per mettere in guardia dai rischi per la popolazione per il cambiamento climatico in corso. Un plauso all'attivista sedicenne Greta Thunberg, dunque, che non solo "è riuscita a comunicare in maniera più diretta della comunità scientifica" ma ha anche indetto per domani uno sciopero per il clima.
Plauso anche a Sergio Mattarella, "primo presidente o politico di rilievo" a intervenire sull'emergenza. "In Italia c'è molta disattenzione su questi temi, molto più che altrove, la parola ambiente è quasi una parolaccia: chi è ambientalista sembra contro il progresso, ma il progresso non è inquinamento bensì sviluppo sostenibile". In questo secolo, avverte Giorgi, "le grandi crisi saranno di carattere ambientale. L'acqua sarà il bene più prezioso e i grandi gasdotti fra 20 anni saranno acquedotti. Tanti paesi si stanno già attrezzando nel Nord Europa e in Russia".
I fenomeni evidenti "gravi" dovuti al riscaldamento globale, ricorda, sono lo scioglimento dei ghiacciai, "i maggiori serbatoi di acqua potabile"; l'aumento del livello del mare, "con rischio di mareggiate sempre più violente"; l'aumento di eventi estremi di carattere precipitoso e siccitoso e la disomogeneità dei cambiamenti climatici, con conseguenti migrazioni di massa. "Il Mediterraneo è una delle zone in cui ci si aspetta un riscaldamento maggiore rispetto alla media globale e potremmo essere noi i prossimi migranti, non altri".
Le tre "ricette base" quindi sono green economy, energie rinnovabili, economia circolare. "Siamo usciti dai cicli naturali del clima, stiamo entrando in un periodo climatico che la terra non ha visto negli ultimi 10-20 mila anni" e per far fronte "non si raggiungerà mai un accordo politico a livello internazionale. La politica si basa su cicli elettorali e poi ci sono lobby che spingono in direzione opposta. La spinta deve venire dalla società civile, dal basso. Greta è stata capace di parlare ai ragazzi" e dalle scuole bisogna partire.