I cambiamenti climatici "pongono nuovi rischi per l'economia reale e per la stabilità del settore finanziario": è l'avvertimento lanciato dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, al festival dello sviluppo sostenibile precisando come con l'aumento delle temperature "l'Italia sarà la nazione europea più esposta ai danni legati all'esondazione dei fiumi". A suo parere, quindi, "il progressivo aumento delle temperature potrebbe influire in modo permanente sulle capacità produttive del paese".
Visco ha sottolineato poi che in Italia "l'interesse espresso dai risparmiatori per la finanza sostenibile è significativo, ma l'offerta di prodotti non è ancora sufficiente a soddisfare la domanda: vi è spazio per nuovi progetti da finanziare, servono strumenti adeguati sui quali investire ed è fondamentale la capacità delle imprese di fornire le informazioni necessarie sulla sostenibilità delle proprie attività".
"Gli effetti dei cambiamenti climatici sull'economia reale - ha proseguito il governatore - possono propagarsi al settore finanziario attraverso diversi canali". Ed ha spiegato in particolare che le catastrofi naturali "interrompono le funzioni produttive delle imprese e delle famiglie, aumentandone la vulnerabilità finanziaria, riducendo il valore delle attività date in garanzia per ottenere credito e rendendo più complesso il rimborso dei prestiti".
Il governatore ha quindi avvertito che "I maggiori rischi dovuti ai cambiamenti climatici potrebbero indurre le banche a restringere il credito nei confronti dei soggetti localizzati nelle aree più a rischio, con potenziali ripercussioni negative anche sulla trasmissione degli impulsi di politica monetaria. Qualora la scala di questi effetti divenisse rilevante, potrebbe risentirne la stessa stabilità del sistema finanziario". Analisi svolte da Bankitalia hanno messo in evidenza il fatto che in Italia "nel nostro paese, oltre il 20% dei prestiti al settore produttivo viene erogato a residenti di aree ad elevato rischio alluvionale; il flusso di credito, inoltre, risulta correlato negativamente con l'esposizione al rischio, specialmente quando i debitori sono costituiti da piccole e medie imprese".
La Banca d'Italia si proietta sempre più verso una politica di investimento 'green'. Quest'anno, ha spiegato Visco, "la Banca d'Italia ha deciso di adottare una strategia di investimento che integra considerazioni ESG (Enviromental, Social, Governance ndr.) nella gestione del proprio portafoglio azionario". In pratica, ha sottolineato, la metodologia utilizzata in precedenza, della quale sono stati confermati i principi di diversificazione e di neutralità di mercato, "è stata integrata con due tipologie di valutazioni. La prima esclude gli investimenti in titoli emessi da società che operano prevalentemente in settori non conformi al Global Compact delle Nazioni Unite - l'accordo, approvato nel 2004, che stabilisce i principi che le imprese dovrebbero seguire nelle aree dei diritti umani, del lavoro, della sostenibilità ambientale e delle misure per prevenire la corruzione. La seconda privilegia i titoli di quelle società che mostrano le valutazioni migliori sotto il profilo ESG".
Visco ha quindi affermato che "La nuova metodologia comporta un significativo miglioramento dell'impatto ambientale dei nostri investimenti finanziari: le aziende incluse nel nuovo portafoglio si caratterizzano per un più basso grado di emissioni di gas serra (con una riduzione del 23%) e minori consumi di energia e di acqua (del 30 e del 17 per cento, rispettivamente). Ne consegue, altresì, una più efficace gestione dei rischi". Per il momento tale strategia è applicata agli investimenti azionari, ha precisato ricordando che "è in corso di valutazione la possibilità di estenderla ad altre classi di attività, quali le obbligazioni societarie".