Doveva essere solo una chiacchierata di un quarto d'ora quella tra Carlo d'Inghilterra e Donald Trump. Alla fine l'incontro è durato oltre 90 minuti, durante i quali il principe ereditario ha tentato in tutti i modi di convincere il presidente americano sulla bontà della lotta ai cambiamenti climatici dovuti al surriscaldamento dell'atmosfera terrestre. Ma alla fine il tycoon, pur lodando l'impegno e la passione profusi da Carlo, non sembra aver cambiato idea, di fatto negando ancora una volta che esista un fenomeno di global warming preferendo parlare invece di 'extreme weather', condizioni meteo estreme che portano a seconda dei casi più caldo o più freddo.
"Credo che ci sia un cambio nel clima, ma un cambiamento in entrambe le direzioni", ha risposto Trump a chi gli chiedeva se credesse nel climate change, usando non a caso il termine 'weather' che scientificamente indica una successione di fenomeni atmosferici nel breve periodo. Niente a che vedere con l'insieme delle condizioni atmosferiche nel lungo periodo, generalmente 30 anni negli studi che denunciano il progressivo surriscaldamento dell'atmosfera. Il tycoon, per rafforzare la sua tesi che il pianeta sia semplicemente di fronte a condizioni meteo estreme, ha ricordato come i peggiori uragani della storia Usa risalgono alla fine dell'800 e come il tornado più terribile che si ricordi sia di 40 anni fa. Un ragionamento che fa rabbrividire gli scienziati, a cui del resto il presidente Usa ha di fatto dichiarato guerra: d'ora in poi, ha ordinato, nei rapporti ufficiali sui cambiamenti climatici non si dovranno più fare previsioni che vadano oltre il 2040 e non dovrà più essere preso in considerazione il cosiddetto 'worst case scenario', quello secondo cui senza mettere sotto controllo le emissioni di anidride carbonica l'atmosfera si surriscalderà entro la fine del secolo di 4,4 gradi centigradi, con conseguenze devastanti.
Il principe Carlo, dunque, non sembra essere riuscito lì dove del resto avevano già fallito la figlia prediletta del tycoon, Ivanka, e l'ex segretario di Stato Rex Tillerson, contrario all'uscita degli Usa dall'accordo di Parigi. Trump ha anche respinto il pressing per non allentare le norme ambientali in Usa: sono la Cina, la Russia e l'India che inquinano, non l'America che ha l'ambiente più pulito, ha detto il presidente.
Che intanto ha incaricato di contrastare la narrativa del climate change a un consigliere della Casa Bianca secondo cui "la demonizzazione del biossido di carbonio è come la demonizzazione dei poveri ebrei sotto Hitler".