SYDNEY - Il colosso minerario australiano BHP, il più grande al mondo nel settore, diventa il primo a stabilire obiettivi per i suoi clienti per la riduzione delle emissioni di gas serra, con un programma ambizioso rivolto a spedizionieri, acciaierie e centrali elettriche. Nel piano di decarbonizzazione, primo del genere fra le grandi compagnie minerarie, il Ceo della BHP Andrew Mackenzie ha annunciato un piano da 500 milioni di dollari australiani (310 milioni di euro) per far fronte sia alle proprie emissioni, sia a quelle generate oltre i cancelli delle miniere della compagnie, dagli utenti dei suoi prodotti come carbone e minerale di ferro.
Benché i colossi minerari attorno al mondo si stiano sforzando di ridurre le proprie emissioni dirette di gas serra, il settore è stato finora restio ad affrontare quelle causate da clienti che usano le loro risorse, cioè le emissioni conosciute come emissioni 'Scope 3'- che sono molto maggiori di quelle causate dalle operazioni delle miniere. "Queste emissioni sono generate quando i clienti trasportano, trasformano e usano i nostri prodotti per servire le domande di miliardi di persone - ha detto Mackenzie - e sono 40 volte maggiori delle emissioni delle nostre operazioni".
In preparazione di un obiettivo di lungo termine di emissioni zero, il dirigente della BHP ha detto che sarà stabilito un obiettivo "di medio termine, basato sulla scienza" il prossimo anno, per la decarbonizzazione delle operazioni della BHP che rifletta gli obiettivi dell'accordo di Parigi sul clima.
Mackenzie non ha indicato un obiettivo specifico per le emissioni Scope 3, ma ha detto che la BHP stabilirà obiettivi pubblici e assumerà un ruolo di guida per ridurre le emissioni attraverso la sua catena di valore, impegnandosi a collaborare con spedizionieri e clienti per conseguirli. "Coloro che ricevono i benefici dei nostri prodotti dovrebbero essere in grado di farlo con un impatto sempre minore", ha detto ancora Mackenzie.